Maria Montessori, il metodo che ha rivoluzionato educazione e apprendimento

Il 6 maggio del 1952 moriva Maria Montessori, la scienziata che ha contribuito in modo rilevante a sviluppare in Italia la sensibilità pedagogica di tante maestre e di tanti uomini di scuola.
Spesso ci chiediamo come mai i risultati delle verifiche internazionali sugli apprendimenti degli studenti trovino i nostri bambini di scuola elementare ai primi posti nel mondo.
Una delle ipotesi di risposta è proprio legata alla sensibilità pedagogica delle maestre italiane che hanno potuto usufruire delle esperienze innovative di donne come la Montessori. Maria Montessori è stata una pedagogista, filosofa, medico, scienziata, educatrice e volontaria italiana.
Fin dai primi anni di studio manifesta interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante. Andando contro le aspettative familiari, si iscrive alla Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” scelta che la porterà a diventare, nel 1896, la prima donna medico dopo l’unità d’Italia.
Nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini, in cui applica una nuova concezione di scuola d’infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo Corso di specializzazione (1909), viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo. Nel 1913, ad esempio, il suo metodo riscosse un discreto interesse nel Nord America, col tempo poi affievolitosi, fino a quando non fu riportato in auge da Nancy McCormick Rambusch, fondatrice, nel 1960, della Società Montessori Americana.
Dal successo del suo esperimento nasce il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la scuola magistrale Montessori e l'”opera Nazionale Montessori”, eretta, quest’ultima, in Ente Morale e volta alla conoscenza, alla diffusione, all’attuazione e alla tutela del suo Metodo. Maria Montessori ne diviene Presidente onoraria.
Continuano così i suoi viaggi in vari paesi per diffondere la propria teoria educativa. Si reca in India, durante la seconda guerra mondiale, dove continua a diffondere la sua opera pedagogica, per tornare poi in Europa nel 1946. Ovunque viene accolta con onori.
Al suo rientro in Italia, nel 1947, si preoccupa innanzitutto di ricostruire l’Opera Nazionale alla quale vengono affidati praticamente gli stessi compiti previsti dallo Statuto del 1924, la cui attuazione e il cui sviluppo venne favorito anche attraverso la presenza di “Vita dell’infanzia” di cui ispirò e determinò la nascita. Maria Montessori muore il 6 maggio 1952 nella città di Noordwijk in Olanda.
Il pensiero pedagogico montessoriano parte dallo studio dei bambini con problemi psichici, espandendosi successivamente allo studio dell’educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all’educazione di bambini normali.
Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l’amore), che l’adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive. L’adulto ha la tendenza a reprimere la personalità del bambino e spesso lo costringe a vivere in un ambiente di altra misura con ritmi di vita innaturali.
Con la Montessori molte regole dell’educazione consolidate nei primi anni del secolo cambiarono. I bambini subnormali venivano trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle attività didattiche. I bambini dovevano imparare a prendersi cura di se stessi e venivano incoraggiati a prendere decisioni autonome.
La Montessori sviluppò tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una costruttiva critica della psicologia scientifica, corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del secolo.
L’equivoco di base della psicologia scientifica era da ricercare nella sua illusione di fondo, secondo la quale erano sufficienti una osservazione pura e semplice e una misurazione scientifica per creare una scuola nuova, rinnovata ed efficiente.
Il pensiero pedagogico montessoriano riparte dalla pedagogia scientifica. Infatti l’introduzione della scienza nel campo dell’educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un’osservazione obiettiva dell’oggetto.
L’oggetto dell’osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità. Infine, della scuola tradizionale infantile Maria Montessori critica il fatto che, in essa, tutto l’ambiente sia pensato a misura di adulto. In un ambiente così concepito, il bambino non si trova a suo agio e quindi nelle condizioni per poter agire spontaneamente.
Alla Montessori sono state mosse accuse sul piano ideologico per quanto riguarda la contrapposizione troppo rigida tra il fanciullo buono e l’adulto sclerotizzato e corrotto.
Sul piano didattico è stato criticato il carattere artificioso dei materiali e le modalità troppo rigide del loro impiego. Nonostante le critiche il metodo montessoriano è tuttora diffuso ed utilizzato in modo particolare all’estero. Alla Montessori venivano mosse accuse anche dal punto di vista della socializzazione: i bambini imparavano in maniera singola non sviluppando rapporti con gli altri bambini.

Redazione Digital