Mancini non si dimette, “Resto voglio vincere il Mondiale”

«Resto perché sono giovane e con questi ragazzi possiamo fare qualcosa di importante». Roberto Mancini, prima di volare in Turchia per una partita inutile, conferma una decisione maturata nella quiete di Coverciano: sarà ancora lui l’allenatore della Nazionale. «Il mio obiettivo era vincere un Europeo e un Mondiale. L’Europeo l’ho vinto, per il Mondiale dovrò aspettare un pochino…». Quattro anni e quattro mesi, tanto manca al torneo Nord americano nel 2026. Ma lui è intenzionato a rilanciare la sfida. E a ripartire dopo giorni bui: «In questi giorni ho parlato con il presidente Gravina, siamo allineati su tutto. Dopo questa partita ci riparleremo ancora e vedremo cosa possiamo migliorare».

Ma non ci saranno rivoluzioni da fare: «È inutile cercare un motivo per cui non andremo al Mondiale. Io credo che questa squadra in Qatar avrebbe potuto vincere. E non dovevamo finire agli spareggi. Dovevamo vincere il girone con 2, forse anche 4 punti di vantaggio e dovevamo vincere le due partite con la Svizzera. Già la partita di Basilea, all’andata, poteva finire 2 o 3 a 0. E con Bulgaria e la stessa Macedonia abbiamo attaccato e i risultati dovevano essere diversi. Abbiamo sbagliato e guarderemo dove possiamo migliorare, però così va il calcio».

Mancini difende la squadra, anche quelli che, nel momento del tracollo, sono tornati a casa: «Non aveva senso portare giocatori in tribuna a Konya. Voglio fare chiarezza su questo punto: alcuni volevano rimanere e li ho obbligati. Quando un giocatore non sta bene, lo rimandiamo al club, lo abbiamo sempre fatto. Il Chelsea ci ha mandato Jorginho tre giorni prima di quanto avrebbe dovuto fare e mi è sembrato giusto rimandarlo a Londra appena possibile. Insigne ha un problema fisico e non avrebbe giocato, Immobile sarebbe stato destinato alla tribuna. Gli altri erano tutti infortunati». Alla lista degli assenti si aggiungono altri due indisponibili: Florenzi e Politano. corriere.it