Lotta di classe, Papaevangeliu dalla parte dei più deboli

“Uno dei temi che occupa principalmente lo scenario sociale moderno è la negazione dell’esistenza di due nozioni fondamentali: classe sociale e lotta di classe”. Sostiene questo l’avvocato Kristalia Rachele Papaevangeliu, rappresentante storica della Lega frusinate, che analizza in modo accurato l’argomento. “L’espressione ‘lotta di classe’ è stata progressivamente abbandonata dalla sinistra moderna. Dai socialdemocratici alla nuova sinistra post comunista, chi parla di ‘classe sociale’ viene etichettato come un vecchio ortodosso. Secondo costoro le classi sociali non esisterebbero più, così come non esisterebbe più la distinzione tra proletariato e borghesia. Ma le cose non stanno realmente così” – aggiunge l’avvocato – “è evidente che nel corso dei secoli ci siano stati cambiamenti e modifiche all’interno delle classi sociali, così come nella vecchia mentalità borghese, ma queste modifiche hanno lasciato completamente intatto l’elemento sostanziale che differenzia chi detiene i mezzi di produzione e chi riceve salario in cambio del proprio lavoro. La prova che la divisione tra classi permane è data dal fatto che, in tutti questi anni, i detentori di colossi monopolistici hanno ininterrottamente guadagnato. Il conflitto tra capitale e lavoro emerge in modo accentuato nel momento della crisi, quando, nonostante l’impoverimento del lavoro e l’abbassamento dei salari, i grandi monopolisti aumentano in modo considerevole i propri profitti”.

A tal proposito, la rappresentante della Lega, riflette su come questo argomento sia stato sempre trattato, soprattutto da personaggi illustri del secolo scorso, ma oggi quasi dimenticata se non proprio scomparsa come tematica di analisi. La caratteristica della lotta di classe della nostra epoca è questa: la classe di quelli che da diversi punti di vista sono da considerare vincitori – termine molto apprezzato per chi ritiene che l’umanità debba inevitabilmente dividersi in vincitori e perdenti – sta conducendo una tenace lotta di classe contro la classe dei perdenti.Quindi, è inevitabile dire che la lotta di classe oggi è più viva che mai, solo che la fanno solo o prevalentemente determinate classi sociali. Questo è il mondo del lavoro nel XXI secolo: è cambiata la fisionomia delle classi sociali, le norme e le leggi sono volute dalla classe dominante per rafforzare la propria posizione e difendere i propri interessi. L’armatura ideologica che sta dietro queste politiche è quella del neoliberalismo. La competitività che tale teoria invoca e i costi che la competitività impone ai lavoratori costituiscono una delle forme assunte dalla lotta di classe ai giorni nostri.

Aggiunge l’esponente della Lega: “Per non parlare del ‘conflitto tra generazioni’, volto a frammentare l’unità di classe, mettendo i genitori contro i figli. Sono solo bugie propagandistiche, che mirano ad ingannare i giovani disoccupati. Oramai vengono preferiti i vecchi sui giovani ed è evidente come la popolazione di mezza età stia prendendo le sue decisioni senza tener conto delle generazioni più giovani e di quelle che verranno. Alcuni sostengono che, la generazione attuale,stia imponendo una specie di tassa sui suoi successori, privati già di un’opportunità di vita. Sarebbe troppo immaturo, però, aspettarci altruismo da parte della generazione attuale. Oggi come oggi è difficile aspettarsi che la gente metta avanti gli interessi delle future generazioni ai propri”.
La Papaevangeliu conclude, dicendo che “a mio parere, l’unica soluzione adatta, per il momento, potrebbe essere da una parte la ribellione dei giovani contro l’egoismo dei più vecchi, dall’altra intuire le soluzioni, perche la lungimiranza è fondamentale per la crescita di un paese sano, che abbia il buonsenso di obbiettivi di crescita e benessere. Ci siamo resi conto che le opportunità di lavoro all’estero non sono più così stimolanti, gratificante e remunerative?”