Like del Papa ad una modella brasiliana, il Vaticano indaga

Il curioso fatto risale alla scorsa settimana: un inatteso «Mi piace» tributato dal profilo Instagram di Papa Francesco a uno scatto pubblicato il 5 ottobre dalla modella brasiliana Natalia Garibotto. Considerata la natura della foto, la cui protagonista è ritratta in reggicalze e con una striminzita minigonna da scolaretta sul lato B, la scoperta aveva fatto il giro dei social suscitando le ironie degli utenti. «Almeno andrò in paradiso», aveva commentato l’interessata su Twitter. Poi il like era stato rimosso.

Naturalmente nessuno ha mai davvero creduto che a palesare il suo apprezzamento per l’immagine sia stato il Pontefice in persona. Sin da subito si era pensato alla svista di uno sbadato social media manager, forse dimenticatosi di effettuare lo switch con il proprio account personale al termine del turno di lavoro. Il Vaticano vuole però vederci chiaro, perciò ha avviato un’indagine interna. Fonti vicine alla Santa Sede hanno confermato all’agenzia di stampa Cna che i profili social di Francesco sono gestiti da un team di più persone. Si cercherà dunque di individuare il responsabile. In questo senso, un portavoce ha rivelato al Guardianche una richiesta di spiegazioni è stata già inviata allo staff di Instagram per ottenere informazioni utili. Meno probabile ma da non escludere l’ipotesi dell’intrusione di un misterioso hacker che avrebbe voluto lasciare traccia del suo passaggio.

«Inizio un nuovo cammino, in Instagram, per percorrere con voi la via della misericordia e della tenerezza di Dio»: con queste parole Francesco aveva annunciato il suo approdo sulla popolare piattaforma di proprietà di Facebook il 19 marzo 2016. Oggi il suo account conta oltre 7,5 milioni di follower, mentre zero sono quelli seguiti. 971 i post totali. A raccontare il rapporto del Santo Padre con i social network è stato Robert Mickens, editore dell’edizione in lingua inglese del quotidiano cattolico La Croix: «Il Papa non è come Donald Trump – ha detto –, non sta seduto a twittare tutto il giorno usando il telefono o il computer. Per esempio approva i tweet (ma non i like) e in rarissime occasioni ha detto che gli sarebbe piaciuto twittare qualcosa a causa di una situazione in via di sviluppo o di un’emergenza. Quindi non può avere nulla a che fare con questa storia». corriere.it