Legge elettorale, Scalia: «Concreta risposta ad un’urgenza del Paese»

“Con il voto del Senato si è risposto ad un’urgenza, quella di una nuova legge elettorale che raccolga le indicazioni della Corte costituzionale ed aiuti l’Italia ad abbandonare la condizione di impotenza democratica a favore della democrazia della decisione”. Così, l’esponente del PD, Francesco Scalia, di commento all’approvazione da parte del Senato della nuova legge elettorale. Mantenendo intatta la possibilità del secondo turno del ballottaggio, abbiamo alzato al 40 per cento la soglia per il premio di governabilità al primo turno e, conseguentemente, abbiamo ridotto al 3 per cento quella per l’ammissione delle liste in parlamento, così realizzando stabilità per i Governi, più efficienza legislativa e più rappresentanza per tutti i partiti. Abbiamo previsto il premio alla lista per scoraggiare coalizioni artificiali, destinate fatalmente a dividersi, ma mantenendo ovviamente la possibilità di alleanze di Governo con il partito vincitore da stringere dopo il voto. Abbiamo rafforzato l’alternanza di genere. Sulla selezione dei candidati, la parte della legge più sensibile nel dibattito tra le formazioni politiche e dentro le formazioni politiche, si è raggiunto un compromesso, come è necessario fare quando si scrivono le regole del gioco, determinando una formula mista: una parte degli eletti verrà scelta con le preferenze e una parte con il metodo del blocco del capolista; questo ultimo pienamente riconoscibile dal momento che il suo solo nome verrà stampato sulla scheda, come nel caso del candidato di collegio uninominale. In sintesi questa è la nuova legge elettorale, sostanzialmente migliorata rispetto al testo uscito dalla Camera dei deputati, anche perché in Senato è stato approvato all’unanimità un emendamento che prescrive che la presentazione dei candidati sia subordinata alla presentazione degli statuti dei partiti, che dovranno garantire, come vuole la costituzione, l’organizzazione con metodo democratico degli stessi. Ciò consentirà una selezione democratica dei candidati, riconnettendo i partiti con la società. Oggi, per la prima volta, dopo anni di crisi nera, si intravedono spiragli di ripresa, sostenuti dal massiccio intervento della BCE di Draghi per 1100 miliardi di euro, dal piano degli investimenti della Commissione Juncker, dalla riduzione del prezzo del petrolio e dello spread sul nostro debito e dalla fase espansiva dell’economia americana. Per cogliere fino in fondo i segnali di quest’inversione di tendenza, il Paese deve rispondere con un imponente impianto riformatore per colmare i deficit di efficienza e modernità. Senza il superamento del bicameralismo perfetto e una seria revisione del rapporto tra lo stato e le regioni, senza una riforma della pubblica amministrazione e della giustizia, senza una modernizzazione del mondo del lavoro e della scuola, senza una buona legge elettorale non saremmo in grado di cogliere le nuove opportunità che si vanno delineando. Ieri in Senato con l’approvazione della legge elettorale abbiamo dato un’altra accelerazione sostanziale per una nuova Italia”.