Le metamorfosi del mito, Fernando Rea espone a Veroli

[one_third][/one_third] Il 10 giugno 2017, alle ore 18,00 a Veroli, negli spazi del Chiostro di Sant’Agostino, apre al pubblico la retrospettiva di Fernando Rea Le metamorfosi del mito. La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Veroli con il patrocinio della Provincia di Frosinone, con il supporto della Pro Loco e di Reali – Imballaggi Flessibili, rimarrà aperta fino al 30 luglio tutti i giorni (compresa la domenica) dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 20,00. Raccoglie un nucleo importante di lavori pittorici e scultorei realizzati tra il 1989 e il 2016, a creare un percorso articolato capace di restituire la complessità di un linguaggio che nel mito ha trovato stimoli, suggestioni e ragioni di essere. Per l’artista la mitologia rappresenta non soltanto l’innesco di una ricerca artistica che negli anni ha spaziato con coerenza dalla pittura alla scultura, quanto piuttosto l’opportunità di esprimere il farsi e disfarsi delle cose, il muto dialogo tra visibile e invisibile, tra razionale e irrazionale e, soprattutto, la possibilità di costruire un sottile equilibrio tra passato e presente per cancellare la contrapposizione. Le opere in mostra si presentano, infatti, come una particolare rilettura del passato a livello del contemporaneo. In esse ritroviamo la tradizione dell’arte occidentale e la necessità di rinnovarla, avendo coscienza di quella pluralità di stratificazioni culturali che la caratterizzano profondamente. Fernando Rea ha elaborato una metodologia di lavoro assolutamente innovativa, in cui le tecniche abituali si rapportano dialetticamente all’uso delle nuove tecnologie, dalla fotocopia all’elaborazione digitale. Le immagini da cui parte sono decontestualizzate e ricontestualizzate attraverso manipolazioni, ritocchi, tagli e sapienti interventi, per animare una dimensione senza tempo, in cui i termini di tradizione e di sperimentazione sono intesi come complementari, non come contraddittori.
La pubblicazione realizzata con i contributi critici di Giorgio Agnisola, Alfonso Cardamone e Marcello Carlino offre la possibilità di contestualizzare un percorso creativo che affonda le sue radici nella necessità di innescare costruttive riflessioni sul tempo presente.