L’attività fisica può salvare la vita, cos’è la sindrome metabolica?

Per sindrome metabolica si intende una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare che comprende una serie di fattori di rischio e di sintomi che si manifestano contemporaneamente nell’individuo.
Questi sono spesso correlati allo stile di vita della persona (peso eccessivo, vita sedentaria) o a situazioni patologiche preesistenti (obesità, ipercolesterolemia). Colpisce un’elevata percentuale della popolazione a livello mondiale, principalmente d’età avanzata. Gli studi svolti confermano che gli individui colpiti dalla sindrome metabolica, che non cambiano drasticamente il proprio stile di Vita, hanno un elevato tasso di mortalità legato a problemi cardiovascolari.

Si definisce sindrome metabolica quando una persona ha almeno 3 componenti di questi fattori di rischio:
✓ PRESSIONE ARTERIOSA (85/130 mmHg)
✓CIRCONFERENZA VITA (102CM u. 88CM d.)
✓GLICEMIA A DIGIUNO >110 mg/dl
✓TRIGLICERIDEMIA >150 mg/dl
✓COLESTEROLO HDL <40mg/dl <50mg/dl

Tutte queste componenti sono strettamente associate alla SEDENTARIETÀ. Il 30% delle morti premature totali sono correlate con il sovrappeso e l’inattività. Un terzo delle morti per cancro dipendono da cattiva alimentazione, sedentarietà e sovrappeso. La sedentarietà riduce l’aspettativa di vita mediamente di 4 anni.
Anche praticare attività fisica al di sotto della soglia raccomandata (30 min per 5 volte alla settimana per gli adulti) ha un effetto comunque benefico con 3 anni in più di vita. La sedentarietà ha superato il fumo come causa di patologia: infatti uccide 5,3 milioni di persone all’anno rispetto ai 5 milioni di morti per fumo.

La sindrome metabolica interessa quasi la metà degli adulti al di sopra dei 50-60 anni. Un’incidenza, questa, già di per sé allarmante, ma che verosimilmente crescerà nei prossimi anni sulla scia del dilagare dell’obesità infantile. Il fattore di rischio più importante è infatti il sovrappeso: tanto più questo è accentuato e tanto maggiori sono le probabilità di essere colpiti dalla sindrome metabolica.

Un eccesso di grasso corporeo, soprattutto se concentrato nella regione addominale, porta ad uno squilibrio del metabolismo dei grassi e degli zuccheri che ha come risultato finale l’iperinsulinemia (elevato livello di insulina nel sangue, indice di un’aumentata resistenza a questo ormone). Mentre nei casi più gravi questa situazione peggiora fino a causare in breve tempo la comparsa del diabete, in quelli più lievi si insatura una condizione plurifattoriale conosciuta come sindrome metabolica. Il riscontro di valori elevati di insulina nel sangue, a fronte di valori pressoché normali di glicemia, rappresenta un indice indiretto di tale condizione.

Il rischio di sviluppare la sindrome metabolica aumenta con l’età ed è quasi sempre una diretta conseguenza di stili di vita errati (ridotta attività fisica, alimentazione scorretta, abuso di alcool e/o droghe). Dato che oggi anche molti bambini e ragazzi fanno i conti con i chili di troppo, l’incidenza della sindrome metabolica è in aumento anche tra giovani adulti ed adolescenti. La maggior parte delle persone affette da sindrome metabolica si sente bene e frequentemente non presenta sintomi particolari.

Il modo migliore per curare la sindrome metabolica è aumentare il proprio livello di attività fisica e ridurre il peso. Se ritieni di essere predisposto allo sviluppo della sindrome metabolica dovresti prima di tutto parlarne con il medico curante o con uno specialista, in modo da effettuare le indagini necessarie ed ottenere indicazioni sulla forma più appropriata di esercizio fisico. Quando la sindrome metabolica bussa alla porta, semplici cambiamenti nello stile di vita sono fondamentali per migliorare la situazione ed evitare l’insorgenza di severe complicazioni.

L’attività fisica quotidiana, per esempio, può essere aumentata con una camminata mattutina di qualche chilometro, con qualche rampa di scale in più o con una pedalata al calar del sole. E’ molto importante che l’esercizio fisico sia regolare (almeno quattro volte alla settimana) e che nel complesso duri almeno 50-60 minuti senza troppe interruzioni. È inoltre molto importante, come dico sempre nei miei articoli, affidarsi ai veri professionisti dell’attività fisica, ossia dottori in Scienze motorie, che in sinergia con il medico possono sviluppare delle strategie d’intervento molto accurate ed efficaci.

Alcuni benefici dell’esercizio fisico applicato alla cura della sindrome metabolica:
✓ aumenta la sensibilità all’insulina;
previene le malattie cardiovascolari;
✓ induce un profilo lipidico meno aterogeno;
riduce i livelli di trigliceridi VLDL;
✓aumenta il colesterolo “buono” HDL;
✓ riduce il colesterolo “cattivo” LDL;
✓ riduce i livelli di pressione arteriosa in modo rilevante nei pazienti con iperinsulinemia;
✓favorisce la perdita di peso.
✓ Aiuta a prevenire il Diabete Tipo II aumentando la sensibilità all’insulina e il controllo glicemico, grazie a:
• aumentato flusso ematico ai tessuti insulino sensibili
• maggiore proporzione di fibre muscolari di tipo I (più sensibili all’azione dell’insulina rispetto alle fibre di tipo II);
• riduzione del grasso totale ed in particolare di quello addominale “insulino-resistente”;
• aumento dell’azione postrecettoriale dell’insulina (aumento di glut-4 nel muscolo e della sua traslocazione alla superficie cellulare);
• • • aiuta a ritrovare il peso forma, fattore fondamentale per tenere alla larga la sindrome metabolica e tutte le sue spiacevoli conseguenze.

Alessandro Paglia, Chinesiologo Personal Trainer