Lady D, a Londra il matrimonio del secolo quaranta anni fa

È nella camera della principessa Anna a Buckingham Palace che Diana provò il suo abito sognante per il «sì» con Carlo a St Paul’s Cathedral. Perché solo in quella stanza lunga e spaziosa, dove la Princess Royal, amatissima figlia della regina aveva vissuto da ragazza, si poteva pensare di dispiegare l’infinito strascico dell’abito di Lady D, come mi ha spiegato Elizabeth Emanuel, assieme al marito David, la coppia di designer che inventò quell’abito da sposa destinato a segnare lo spirito del tempo. 

Il tempo frivolo, edonistico, effervescente che va dagli anni Ottanta alla Cool Britannia di Tony Blair. Quel giorno del luglio 1981 – quarant’anni fa esatti – quando Diana salì la lunga scalinata della cattedrale di St Paul, a Londra. Molti anni dopo, come ripercorro ne «I segreti di Buckingham Palace» (Cairo libri), Elizabeth Emanuel mi ha raccontato: «Volevamo che fosse una principessa indimenticabile, come nessun’altra. E così, considerando che la cattedrale era davvero immensa, con una scalinata monumentale, iniziammo a ragionare sulla lunghezza dello strascico. Andando a ritroso nel tempo scoprimmo che una Royal Bride, una sposa reale, aveva avuto uno strascico di ventitré metri, e con Diana scherzammo allora che lei lo avrebbe superato di almeno un piede; in realtà il suo strascico sarebbe stato ben due piedi più lungo (un piede corrisponde a 30,48 cm, ndr.). Un abito con uno strascico tanto impegnativo non poteva certo essere provato nel piccolo studio degli Emanuel in Brook Street. Chiedemmo a Buckingham Palace e ci fu accordata la stanza da letto della principessa Anna per le prove».