La rivoluzione del calcio, dall’Arena civica al Club più titolato al mondo

Il Milan cambia proprietà. Prima di scoprire come sarà il Milan del futuro, non possiamo non chiudere gli occhi e ripercorrere i 31 anni dell’era Berlusconi. Il presidente più vincente nella storia del calcio mondiale.

Dagli elicotteri nell’Arena civica il giorno del primo raduno targato Silvio Berlusconi, estate del 1986, fino alla notte di Doha, dicembre del 2016, con il 29esimo trofeo, sottratto alla Juve di Buffon e Dybala, gli eversori del Barcellona, il Milan ha rivoluzionato il calcio. Ha dominato in Europa e nel mondo.

Chiudiamo gli occhi e pensiamo agli ottantamila milanisti al Camp Nou, per la prima coppa dei campioni della presidenza Berlusconi. Ai tanti giocatori che sono diventati campioni e palloni d’oro. Al Milan degli immortali, al Milan degli invincibili, al Milan dell’albero di Natale, a Sacchi, Capello e Ancelotti; a Van Basten, Savicevic, Shevchenko. Alle coppe vinte e quelle perse, alle notti di Atene, alla notte di Marsiglia e quella di Istanbul. Alla punizione di Evani, al rigore di Sheva, alla doppietta di Comandini, agli assist di Rui Costa.

Chiudiamo gli occhi e pensiamo a tutti quei tifosi occasionali che negli ultimi anni hanno dimenticato di aver pasteggiato con “caviale e champagne” per 30 anni consecutivi. Senza pensare che in quegli anni sono stati realizzati i sogni di tanti tifosi anche non milanisti, senza pensare che alcune squadre vincono a distanza di 20 se non addirittura 45 anni, ciò che per il Milan è abitudine. Chiudiamo gli occhi e pensiamo ad Adriano Galliani, il braccio di una mente che ha rivoluzionato il calcio.

Chiudiamo gli occhi e pensiamo di aver vissuto negli anni della grande crisi economica, negli anni di Giovanni Paolo II, negli anni dei social, negli anni del terrorismo. Abbiamo vissuto gli anni del Milan di Silvio Berlusconi, il presidente che tutti i club avrebbero voluto avere e che vorrebbero avere.

Ancora grazie di tutto Presidente.