Italia, l’Isis è alle porte. Il rischio attentati è serio

È lontano il tempo in cui vedevamo orgogliosi partire l’Italia alla conquista della Libia. Da quell’Ottobre del 1911 la storia è profondamente cambiata e sul “grande scatolone di sabbia” non sventolano più bandiere italiane. Ora sono quelle nere dell’Isis a svettare sulle città libiche conquistate, prospettando scenari nefasti soprattutto per l’Italia. L’instabilità politica seguita alla morte di Gheddafi ha fatto sprofondare la Libia in una grave crisi. La scomparsa del dittatore, che avrebbe dovuto portare libertà e democrazia, ha condotto il Paese alla deriva consegnandolo ai jihadisti. I soldati dell’Isis, infatti, continuano ad avanzare e dopo la caduta di Sirte, la situazione è divenuta drammatica tanto da far pronunciare parole dure al ministro degli Esteri, Gentiloni: «L’Italia è pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale». Si prospetterebbe, così, una nuova impresa libica che di certo non potrà essere “una passeggiata militare” accompagnata dalle note di “Tripoli bel suol d’amore”. Ora non siamo più noi a dirigere l’orchestra, non c’è più l’Italia giolittiana o fascista a dettar legge; da conquistatori ci ritroviamo, adesso, minacciati e costretti ad abbandonare “la quarta sponda”, una volta nostra.