Isola del Liri, manifestazione della Destra bocciata dall’Associazione partigiani

“In merito all’iniziativa promossa per sabato 8 febbraio a Isola del Liri da alcune sigle di estrema destra con il sostegno di persone che ricoprono importanti responsabilità istituzionali è impossibile non esprimere sorpresa e riprovazione per il patrocinio concesso dall’Amministrazione comunale di Isola e dalla Provincia di Frosinone – hanno affermato i rappresentanti dell’A.N.P.I. – L’evidente strumentalità del convegno, che mischia argomenti completamente diversi, banalizzandoli tutti e aprendo la strada soltanto ad una campagna propagandistica di bassa cucina razzistoide avrebbe dovuto far riflettere quei prestigiosi Enti pubblici sulle finalità del convegno stesso e valutare le conseguenze di una simile concessione sulla credibilità degli stessi in quanto Istituzioni democratiche e tenute al rispetto del mandato costituzionale. È fin troppo chiaro che il tema vero è un altro, ossia criminalizzare la Liberazione e continuare a spianare la strada alle nuove forme che il vecchio autoritarismo assume. Non si può contrabbandare per cultura politica un fritto misto che infila la dolorosa e criminale vicenda delle marocchinate nella questione altrettanto criminale ma completamente diversa per cause, contesto e urgenza democratica della pedofilia e della violenza sulle donne”.

“Sono entrambi argomenti che non sfuggono alla nostra attenzione e su cui infinite volte abbiamo affrontato giornate di studi e di riflessione con i cittadini che hanno ritenuto di interessarsene e con il contributo di storici ed esperti non dediti alla propaganda – hanno aggiunto i rappresentanti dell’A.N.P.I. – Ma riteniamo che si debbano affrontare per quello che sono, per capire e trarne conseguenze utili, non per strumentalizzarne l’impatto emotivo umiliando così ancora una volta le stesse vittime che si afferma di voler ‘difendere’. Certo, poiché il fascismo è stato sconfitto e la dittatura sanguinaria che lo incarnava demolita, poiché grazie alla Lotta di Liberazione ognuno è libero di dire ciò che vuole e perfino di sostenere interpretazioni che nulla hanno a che vedere con la realtà storica, anche coloro che rimpiangono i tempi in cui non si poteva parlare possono farlo. Resta però molto grave che Istituzioni pubbliche si acconcino a concedere a quelle interpretazioni il loro sostegno e la loro approvazione. I cittadini, in questo come in tutti gli altri casi in cui un deteriore laisseiz-faire sembra prevalere sul rispetto della verità storica e sulla difesa incondizionata della democrazia così come si è costituita e come si è evoluta, abbiano la responsabilità di affermare il loro ruolo, quello cui li chiama la Costituzione, quello della responsabilità civile senza la quale i famosi ‘valori’ diventano pura enunciazione retorica. Valutino le Amministrazioni se ritengano di dover confermare il patrocinio o se invece possano riflettere in nome della verità storica e della difesa della Repubblica antifascista che rappresentano. Parlare si può, si deve; di tutto, di tutti; ma non cadendo nell’agiografia e nella mistificazione a servizio di un basso revisionismo ad uso politico della storia”.

Redazione Digital