Impotenza e incontinenza, ne parla il dott. Alberto Berardi

[one_third]Berardi[/one_third] L’andrologia chirurgica dell’ospedale di Frascati è centro di riferimento nel Lazio per la cura dell’impotenza e dell’incontinenza urinaria conseguenze dell’asportazione della prostata per tumore, problema che affligge 3 milioni di italiani. Nel centro si praticano a livelli di eccellenza e con il Sistema Sanitario Nazionale tecniche chirurgiche all’avanguardia basate sull’impianto di protesi peniene tricomponenti (di nuova generazione) che consentono il ritorno alla sessualità e dell’inserimento di sling (benderelle) o di sfinteri artificiali per ripristinare la normale continenza.
«L’asportazione chirurgica della prostata – ha affermato il dott. Alberto Berardi, direttore dell’andrologia chirurgica presso l’ospedale San Sebastiano di Frascati – causa impotenza in oltre il 50% dei pazienti, nonostante le tecniche laparoscopiche, robotiche e la nerve sparing. Durante l’intervento chirurgico infatti i nervi possono comunque subire quei danni che causano una disfunzione erettile, spesso definitiva. Per tornare ad amare, se i farmaci non sono efficaci, la soluzione arriva dall’impianto di protesi peniene tricomponenti di nuova generazione. Rispetto a quelle del passato, le tricomponenti inducono un’erezione simile a quella fisiologica, con ingrossamento e allungamento del pene. L’impianto della protesi si effettua con l’inserimento, all’interno dei corpi cavernosi del pene, di due cilindri espansibili collegati a una pompa di controllo, posta sotto la pelle dello scroto tra i due testicoli, e a un serbatoio contenente liquido. L’uomo può ottenere un’erezione con la stessa sensibilità e capacità di orgasmo presenti prima dell’intervento premendo sull’area in cui è posizionata la pompa. In questo modo il liquido si trasferisce dal serbatoio ai cilindri e il pene si inturgidisce. Dopo il rapporto, azionando di nuovo la pompa il pene torna al normale stato di flaccidità».

«Per quanto riguarda invece l’incontinenza urinaria che di solito si manifesta dopo la prostatectomia – ha aggiunto l’urologo verolano – bisogna dire che nella maggior parte delle volte si risolve o si riduce. La prima misura terapeutica è la riabilitazione del pavimento pelvico, che favorisce la ripresa della continenza. Tuttavia circa il 10% dei pazienti operati rimane incontinente. In questi casi la soluzione arriva dalle più recenti tecniche di chirurgia mininvasiva basate sull’applicazione di sling (benderelle) sottouretrali. Tra queste Advance, che consente di recuperare la normale continenza con l’inserimento di una retina di polipropilene con la quale si riposiziona l’uretra, dislocata dall’intervento sulla prostata, nella sua sede anatomica naturale. L’intervento si effettua in anestesia loco-regionale e con pochi giorni di ricovero. Per i casi più gravi, quando per danni o lesioni allo sfintere urinario l’uretra non si chiude più e causa continue perdite, si ricorre all’applicazione dello sfintere artificiale che consente di urinare quando si avverte lo stimolo. In particolare l’impianto dello sfintere artificiale, una procedura che esige elevata esperienza, è riservato solo a centri altamente specializzati come il nostro».
Da molti è riconosciuta la posizione di eccellenza della struttura di Frascati. All’andrologia chirurgica creata e diretta dal dottor Berardi e dal dottor Marco Bitelli, afferisce un ambulatorio di andrologia dedicato. «Eseguiamo tutti gli interventi andrologici tra i quali anche le plastiche di raddrizzamento per recurvatum penieno congenito e acquisito da IPP, con applicazione di patch autologo o eterologo – ha concluso il dott. Alberto Berardi – Il nostro è un centro di riferimento per un vasto territorio. Siamo in grado di trattare l’incontinenza dalla forma lieve a quella grave causata da danni permanenti dello sfintere uretrale, grazie all’impiego delle più avanzate tecniche chirurgiche basate sull’applicazione dello sfintere artificiale. Tra le facilitazioni che siamo in grado di offrire, vi è quella economica: il SSN ci consente di impiantare sfinteri artificiali e protesi peniene senza alcun costo da parte del paziente».