Il portiere del Genoa attacca la Ciociaria

“Ieri Mattia Perin, portiere del Genoa, ha scritto una triste pagina di storia italiana, sportiva, sociale e morale – ha affermato la sen. Maria Spilabotte – Le offese alla Ciociaria: “ma fate stato a parte?” sono degenerate con la comparsa di una vergognosa frase sul suo profilo personale di Instagram. Nel battibecco con un tifoso del Frosinone – Perin è di Latina e da questo nascono gli sfottò da parte dei sostenitori giallazzurri – l’estremo difensore ha scritto: «A Vallecorsa cambiò la storia, tuo nonno parla arabo… il mio fondò Littoria». Il messaggio shock fa riferimento alle Marocchinate, ovvero gli stupri e le violenze che subirono le popolazioni della provincia di Frosinone da parte dei goumier, le truppe marocchine inquadrate nel Corpo di spedizione francese in Italia. Nel maggio 1944 migliaia di donne, ma non solo, vennero brutalmente violentate. Il paese di Vallecorsa al quale fa riferimento Perin fu drammaticamente coinvolto dalla barbarie dei goumier: molte donne di quei luoghi rimasero incinte e sedici anni dopo, nel 1960, Vittorio De Sica raccontò magistralmente quanto accaduto in quei giorni nel film “La Ciociara”. E’ stato eretto anche un monumento alla “Mamma Ciociara”, a memoria e per restituire onore al sacrificio di tante donne ciociare. Questa è la storia della Marocchinate, quella che ieri ha infamato un ragazzino viziato che risponde al nome di Mattia Perin. Non importa sapere se quel disgustoso riferimento sia stato fatto per ignoranza o consapevolmente. E’ di una gravità inaudita in entrambi i casi. Quella delle Marocchinate è una ferita che rimarrà aperta per sempre, non solo per le popolazioni del Basso Lazio. E’ come ironizzare sulla Shoah o sulle Foibe: certe pagine della Storia devono essere trattate con il rispetto che meritano. Quel rispetto che ieri ha perso Perin, tra l’altro ignaro che anche nell’attuale provincia di Latina dalla quale ha origine i goumier imperversarono. Rimasero vittime delle Marocchinate le popolazioni di Lenola, Campodimele, Spigno Saturnia, Formia, Terracina, San Felice Circeo, Roccagorga, Priverno, Maenza e Sezze, in cui numerose ragazze e bambine furono ripetutamente violentate, talvolta anche alla presenza dei genitori. Questo episodio, allora, non potrà essere archiviato impunemente. E neppure saranno sufficienti le scuse del giocatore: il portiere va sanzionato a livello disciplinare anche perché indossa la maglia di quell’Italia, essendo anche secondo portiere della nazionale italiana, la cui storia ieri ha vergognosamente infangato. A questo punto è auspicabile che la disgustosa frase di Mattia Perin venga fermamente censurata dal suo club, il Genoa, e dalle Istituzioni calcistiche. Nella sua frase c’è anche un forte riferimento di apologia al fascismo quando dice che suo nonno fondò Littoria, è un fatto assai grave, un campione sportivo dovrebbe essere d’esempio e non avere la licenza di passare impunemente un’affermazione di questo genere. Nella competizione sportiva la rivalità fra club non deve mai sconfinare, ma questa volta Perin dimostra una totale insensibilità e una nostalgia assai pericolosa. Nei prossimi giorni mi impegnerò a presentare una mozione affinchè l’intero Parlamento chieda alla giustizia sportiva, una punizione esemplare per il Perin. Con le Istituzioni locali a tutti i livelli, a partire dal Presidente della Provincia di Frosinone, insieme a tutti i Sindaci della provincia, agiremo non solo per tutelare la memoria storica e il valore di queste donne, ma anche per verificare se ci sono elementi e presupposti per adire le vie legali per reato di apologia al fascismo. Suggerisco vivamente al Perin di chiedere pubblicamente scusa a tutte le donne che sono state vittime di abusi sessuali e di stupro durante la guerra, a tutte quelle donne che ancora subiscono tale infamia, a coloro che ancora ne portano i segni, gli effetti dello stupro in periodi di guerra, sia fisici (rischio di sterilità, di incontinenza e di malattie sessualmente trasmissibili) che psicologici, sono devastanti per le vittime dato che queste possono essere in certi casi anche stigmatizzate, respinte, maltrattate, disonorate, escluse dalle loro comunità e, a volte, anche assassinate; Per questo gli suggerisco anche di trovare tempo per aprire un libro di tanto in tanto, perché dimostra di non conoscere la storia e di non conoscere la gravità di quello che è accaduto e che ancora oggi accade. Inoltre – ha concluso Maria Spilabotte – chiederò al club che il Perin possa indossare una maglia, durante la prossima partita di campionato, con una scritta di scuse alla città di Vallecorsa e alle donne ciociare”.