Il cinema Trulli verso la chiusura

VEROLI – Pubblichiamo una nota di alcuni dipendenti del cinema Trulli. «Tanto tuonò che piovve. Così recitava un vecchio adagio, che si addice bene all’odierna situazione della sala verolana. Purtroppo, dopo le recenti chiusure del Politeama di Alatri e del cinema di Fiuggi, anche il Cine Sala Trulli chiude i battenti. I primi sentori si erano già sentiti nel 2012, quando la società amministratrice (Rete Lazio Srl) chiuse l’attività a Maggio per poi riaprire a metà ottobre con una nuova denominazione (l’attuale Lazio Intrattenimento Pubblicità Srl) per prendere gli incentivi statali ma tagliando gli orari (e di conseguenza gli stipendi…); dai tre pomeridiani si passò ad un solo spettacolo serale in mezzo alla settimana ed a due la domenica. Soltanto la buona volontà dei due dipendenti (il proiezionista e la cassiera) ha mantenuto due spettacoli per tutto l’anno, di cui uno, quindi, non pagato (per salire a tre durante le festività). La causa principale è comunque il fatto della nuova legge che obbliga tutte le sale rimaste con il proiettore a pellicola a passare al digitale, vista la ormai fine del supporto di celluloide, e per questo la regione dava un finanziamento a fondo perduto a chi lo richiedeva esclusivamente per affrontare questa spesa (dai 40 mila a 60 mila euro). Purtroppo la richiesta fatta dall’attuale società, grazie anche ad un documento da parte del comune di Veroli (partorito dopo tre settimane…) a quanto pare non è stata accettata, ma non ne sappiamo il motivo. Diciamo che questa potrebbe essere la scusa ufficiale, in realtà il motivo è anche un altro: il forte calo delle presenze registrate in questi ultimi due anni, dovuto alla forte e spietata concorrenza del Multiplex a Ceccano, Le Fornaci Village, che aveva letteralmente strappato i clienti a tutti i cinema della zona, anche se dopo un periodo c’era stato qualche “ritorno”. Ma in quest’ultimo anno c’è stata una vera debacle, le presenze diminuivano sempre, nonostante le insistenti domande dei verolani che chiedevano in continuazione, durante la chiusura estiva, “Ma il cinema?”, “ma quando riapre?”. Si riapre quindi solamente a ridosso delle feste natalizie (guarda un po’ il caso…) per la gioia dei clienti trepidanti. Talmente trepidanti che dopo un illusorio fuoco di paglia (Checco Zalone), le presenze languano, fino ad arrivare al disastro natalizio, che ha avuto, in rapporto al natale 2012, un decremento di oltre il 50%. Bisogna però dire che questo calo è stato dovuto anche a carenze di programmazione e di pubblicità. Qualcuno lamentava, giustamente, la poca presenza di manifesti; mi dite come fa una ditta che lavora di pubblicità a risparmiare sul materiale pubblicitario? E mi dite come si fa a ricoprire un vasto territorio come quello verolano con 4 manifesti e 5 locandine? Per non parlare dei film: purtroppo le sale piccole pagano l’importanza economica dei multisala, che praticamente la fanno da padrone, tenendosi per più di due settimane la pellicola. Una prima visione costa minimo 2.000 € (per i kolossal si arriva a 3.500 €) per non parlare poi del minimo garantito o una percentuale sull’incasso. Capite quindi l’impossibilità di affittare la pellicola per una sala di 92 posti. Durante quest’ultima riapertura, inoltre, non ci è stata concessa nessuna prima visione. Qualcuno poi si chiede: “Ma l’amministrazione?”. Nel 2012 ci fu una riunione tra il titolare, il sindaco, l’assessore alla cultura, l’assessore allo sport e politiche giovanili, un funzionario del comune e due leocorni, mentre i due dipendenti possono partecipare soltanto ad accordi fatti; praticamente l’amministrazione promette di dare una mano mettendo delle bacheche-dentro il cinema per eventuali sponsor che un assessore ci avrebbe aiutato a farci trovare. Promessa non mantenuta. Nei primi anni, inoltre, il titolare aveva chiesto di poter utilizzare la sala accanto (l’odierna biblioteca) ma sono state fatte orecchie da mercante, perdendo così una grossa occasione per avere due sale, raccontando magari adesso una ben altra storia, per non parlare poi di piccoli interventi richiesti agli operatori comunali (perdite d’acqua e interventi vari) caduti nel dimenticatoio. Insomma, alla fine noi dipendenti siamo stati abbandonati a noi stessi, il cinema è andato avanti con le nostre sole mani; di questo siamo soddisfatti, almeno non abbiamo nulla da rimproverarci e ci tagliamo fuori dalle responsabilità, noi il nostro dovere l’abbiamo fatto, anche più del dovuto, facendo fronte anche alle bugie della gente; presentarsi alle 21:20-21:30 e non poter ovviamente entrare per la chiusura della cassa non vuol dire “voi non fate entrare dopo le 21:00…”. Abbiamo sopportato le varie maleducazioni ed arroganze di parecchia gente; una volta sono stato anche insultato ed aggredito verbalmente da un grosso, arrogante esempio di “c’ho i soldi e comando io”, ma siamo stati anche contenti di ridere e scherzare con la gente, specialmente con gli “aficionados del mercoledì” con tutto il rispetto per gli altri, di creare a volte quella bella sensazione di “Cinema Parrocchiale”. Insomma, chi c’ha lavorato dentro ha dato e fatto il suo dovere, con la febbre, con le coliche, con un braccio al collo; non ce ne siamo pentiti, NOI il nostro dovere l’abbiamo fatto».

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