Giulia Cecchettin, ha pagato l’ultima cena a Filippo presa a calci e a coltellate morta dissanguata

Calci a bordo strada, nel parcheggio di Vigonovo a 150 metri da casa di Giulia. Calci, cui si aggiungono le coltellate anche Fossò in via quinta strada. Qui la povera Giulia è stata spinta violentemente a terra al punto da sbattere sul marciapiede in modo così violento che la ragazza non è riuscita più ad alzarsi. Infine caricata sul sedile posteriore dell’auto, immobilizzata con del nastro adesivo. Ventidue minuti di agonia, rabbia, ferocia, tentativi di difendersi e infine l’epilogo. Un’aggressione in due riprese, in due momenti diversi, alle 23.18 a Vigonovo e alle 23.40 a Fossò, quando le undici telecamere dell’azienda Dior riprendono l’orrore. A Vigonovo, nel parcheggio da cui si vede casa di Giulia, ci sono due grandi macchie di sangue, ci sono anche delle impronte, che verranno analizzate per capire se siano scarpe compatibili con quelle della vittima o dell’aggressore. Ma dalla descrizione data anche dal testimone, l’abitante di Vigonovo che ha dato l’allarme vedendo un uomo aggredire una donna che chiedeva aiuto nel parcheggio davanti all’asilo, tutto lascia presagire che quelle a terra siano le impronte di Filippo che costringe Giulia a salire in auto dopo coltellate e calci. Vicino all’auto è pure stato ritrovato un coltello da cucina senza manico. Non sarebbe quella però l’arma del delitto, quel coltello è infatti privo di impronte di sangue. Nelle 8 pagine dell’ordinanza firmata dalla gip Benedetta Vitolo vengono descritte tutte le circostanze che hanno portato la procura a formulare il capo di imputazione di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona nei confronti di Filippo Turetta, studente di Torreglia che il 18 dicembre compirà 23 anni. La giudice ha messo in fila tutti gli elementiraccolti dai carabinieri e che sembrano inchiodare Filippo alle sue responsabilità. Le prime tracce cercate, quando domenica 12 novembre le due famiglie fanno denuncia ai carabinieri, sono quelle lasciate dalle celle agganciate dai cellulari due ragazzi. Quel pomeriggio Filippo arriva a Vigonovo alle 17.15, prende Giulia a casa, i due vanno insieme alla Nave de Vero a Marghera. Alle 22.40 Giulia manda l’ultimo messaggio alla sorella, parlano di scarpe e vestiti per la laurea, quel momento il suo cellulare è ancora agganciato nell’area della Nave de Vero, Filippo è con lei. Poi alle 22.45 il cellulare della ragazza si spegne. Quello di Filippo rimane acceso, lo aggancia alle 23.29 la cella di Fossò, e subito dopo il cellulare si spegne. Una volta analizzati i telefoni i carabinieri hanno cercato le targhe. Alle 23.31 l’auto di  Filippo entra in zona industriale a Fossò, fa qualche giro in quelle poche strade. I due stanno litigando, Giulia è già ferita, da almeno 15 minuti perde molto sangue. Alle 23.40 la macabra scena davanti a Dior. Giulia che riesce a scappare dall’auto, Filippo la rincorre, la colpisce molto probabilmente con un coltello al collo, poi la spinge violentemente a terra, lei cade, sbatte la testa sul marciapiede e non si muove. Filippo torna indietro, prende l’auto e la porta davanti a Giulia, apre la portiera dell’auto e la fa salire sui sedili posteriori, le mette dello scotch argentatoprobabilmente sulla bocca. Poi la porta via. Secondo la giudice Giulia è morta dissanguata, la sua non è stata una morte veloce. L’auto di Filippo viene intercettata dal sistema Targa System a Noale, Zero Branco, Villorba, Spresiano, Maserada. Le telecamere del Friuli Venezia Giulia registrano ma non trasmettono dati sabato notte,  per cui ad una prima analisi dopo Maserada la targa viene registrata in Val di Zoldo e a Cortina. La prima alle 7.37 la seconda alle 9.07.  La parte friulana verrà “collegata” a tutta questa storia solo due giorni dopo. Sarà in quel momento che si scoprirà che Filippo è passato per Aviano, Piancavallo, lago di Barcis. Lì si concentrano le ricerche di Giulia, e lì la ragazza viene trovata sabato mattina. Il medico legale sul posto rileva tracce di ripetute coltellate tra cui una profonda sul collo. Secondo i primi rilievi (l’autopsia si svolgerà più avanti) la ragazza è morta dissanguata. Dalla prima aggressione a Vigonovo alle 23.18 alla seconda alle 23.40 a Fossò, in quei ventidue minuti Giulia ha perso molto sangue, la spinta a terra contro il marciapiede è stato l’ultimo atto definitivo. «Filippo, con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia nei confronti della ex fidanzata prossima alla laurea – scrive la giudice – ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo che è idonea a fondare un giudizio di estrema pericolosità  e desta allarme in una società in cui i femminicidi sono all’ordine del giorno». «L’indagato – sottolinea la giudice – appare inoltre totalmente imprevedibile perché dopo aver condotto una vita all’insegna di una apparente normalità ha improvvisamente messo in essere questo gesto folle e sconsiderato». «Sussiste infine il periculum libertatis, ovvero il pericolo che l’indagato reiteri condotte violente nei confronti di altre donne», aggiunge la giudice.  Dai controlli delle carte di credito emerge che Giulia ha pagato la cena al Mc Donald, l’ultima cena con il suo assassino: ha speso 17.80 euro, è plausibile che abbia pagato anche per lui. Filippo aveva con sé circa 300 euro in contanti. corriere.it