Giornata mondiale bambine e ragazze-‘Formazione scolastica fondamentale’

Bambine e ragazze

[one_third][/one_third] “Si celebra oggi (ieri, ndr) la giornata mondiale dei diritti delle bambine e delle ragazze, una ricorrenza fortemente voluta dalle Nazioni Unite per lanciare un grido di allarme circa le drammatiche condizioni di vita, di privazioni dei diritti a cui sono sottoposte migliaia di minorenni, bambine e giovani ragazze nel mondo – ha affermato Pasquale Ciacciarelli – Occorre partire da un dato oggettivo a dir poco eloquente: la violenza è la seconda causa di mortalità al mondo per ragazze in una fascia di età dai 10 ai 18 anni. Ritengo che pratiche arcaiche e lesive della dignità della donna, quali le mutilazioni genitali, accanto al fenomeno dei matrimoni precoci che interrompono, o meglio, negano il regolare processo di maturazione, di crescita e consapevolezza della donna non possano trovare alcun margine di accettazione nella società contemporanea. L’unico strumento efficace, incisivo che consenta di combattere e vincere questa battaglia in difesa dei diritti dell’infanzia e dell’ adolescenza è rappresentato dall’educazione e dalla formazione scolastica, in quanto riesce a penetrare lì dove altri mezzi falliscono, favorendo apertura mentale, confronto costruttivo. Mi preme, però, sottolineare che la negazione dei diritti del bambino non è affatto circoscritta a Paesi terzomondisti. La cronaca nazionale e locale testimonia gravi episodi di infanzia negata, seppur in forme e modalità diverse alle sopracitate pratiche arcaiche. Parlo di violenze fisiche e psicologiche che hanno origine in contesti sociali estremamente difficili, complessi, di estremo degrado sociale e molto spesso morale, nelle periferie dei nostri centri cittadini, talvolta, invece, in contesti insospettabili. Abusi che si ripercuotono inevitabilmente sulla formazione della personalità della vittima, compromettendone le scelte future di vita. Ritengo, pertanto, che alta debba essere la guardia circa simili fenomeni da parte delle istituzioni e degli enti locali. Nel contempo è necessario maturare e promuovere una cultura della denuncia, che, aimè, ancora stenta ad affermarsi in contesti molto spesso omertosi – ha concluso Ciacciarelli – È a partire dalla denuncia che si restituisce libertà e dignità alla vittima, è da qui che ha inizio un percorso di riabilitazione alla vita grazie al supporto psicologico e sanitario”.