Gioca solo con un braccio, Enmanuel ha una media di 25 punti a partita schiaccia e segna da 3

Dice: «Ho perso un braccio, ma questo non è un problema per la pallacanestro». Appare difficile credergli. Poi lo si vede giocare: schiacciate, triple, rimbalzi, magie nel palleggio, stoppate. E allora sì, ha ragione lui: quel braccio che manca completamente non è un ostacolo. Perché Enmanuel Hansel, sedicenne di origine dominicana, è la nuova grande rivelazione del basket liceale negli States, uno da 25 punti e 12 rimbalzi a partita, dominatore in campo e straordinaria ispirazione fuori.

I video con le sue giocate spopolano in rete, su Instagram ha decine di migliaia di follower, che aumentano ogni giorno in maniera esponenziale. Una star non solo del web. Gioca in Florida nella Life Christian Academy, all’ultimo torneo che ha giocato, l’Orlando Winter ShowDown di Kissimmee, un torneo amatoriale organizzato per le squadre liceali, in particolare quelle con una forte predominanza della componente latina, non c’erano occhi che per lui. Kikimita, come lo chiamano i suoi familiari ed amici, ha perso un braccio quando aveva sei anni. Stava giocando a «loco ayuda», aiuto pazzo, quando un muro gli è crollato addosso. Corsa in ospedale, dove i medici hanno dovuto amputare il braccio sinistro, rimasto schiacciato sotto il peso di pietre e cemento: «Avevo già cominciato a giocare a basket e non ho pensato di dover smettere. Dio mi ha dato la forza per continuare».

Non solo però: il padre è stato un ottimo giocatore, anche arrivando ad alti livelli, e lo ha sempre incoraggiato. Ore passate nel cortile di casa a tirare e palleggiare. Fino ad arrivare a essere uno dei più forti giocatori delle High School del suo stato, con un talento impressionante. «Le difficoltà aiutano a crescere. Ho capito che Dio ci aiuta a superare i nostri limiti e questo mi spinge a cercare di migliorarmi ogni giorno». Enmanuel, che fa parte di una comunità di immigrati dalla Repubblica Dominicana caratterizzata da povertà e disagi, ha il sogno di diventare un professionista, e ha ben chiare le sue priorità: «Voglio cercare di fare sempre di più per aiutare mia nonna e la mia famiglia». corriere.it