Frosinone piace, tutti comprano casa nel capoluogo

Nel 2019, anno di riferimento del report sul mercato immobiliare residenziale, l’Agenzia delle Entrate ha certificato che ‘Rispetto al precedente anno si conferma la tendenza di un indice della provincia di Frosinone positivo del numero di compravendite con un netto rialzo, molto evidente invero, sul capoluogo, con valori raffrontabili addirittura al 2008”. II rapporto redatto dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare fa riferimento a 9 macroaree (bassa Ciociaria, area territoriale di Cassino; area collinare Ernica, territorio di Veroli; Sora e Isola del Liri; Monti Ernici, Alatri e Fiuggi; Monti Lepini, Anagni e Ferentino; Val Comino – Mainarde, Atina; Valle Dei Santi – Aurunci, Ausonia; Valle Del Sacco, Ceccano e Ceprano; Frosinone capoluogo, con l’area territoriale del solo comune di Frosinone). “Nelle macroaree provinciali si riscontra invece un andamento livellato, pari a quello del precedente anno con differenze molto contenute. Da questi dati evidenziamo, in particolare, come il Capoluogo, rispetto al 2018, segna un valore estremamente positivo (+25,7%) che supera ogni aspettativa dai risultati precedentemente ottenuti”, si legge nel documento.

In merito al numero degli scambi nel Capoluogo, si ravvisa una tendenza differenziata nelle varie zone, riscontrando domande immobiliari diversificate (il centro storico, infatti, vista la presenza dell’Accademia di Belle Arti e della sede distaccata dell’Università del Lazio meridionale, appare ormai più votato al mercato delle locazioni piuttosto che a quello delle compravendite). “Nel resto del capoluogo – così il rapporto – invece le compravendite hanno subito tutte un incremento, variabile tra il minimo della zona B3 (+7,5%) passando per la C1 (+23,0%) entrambe a parità di immobili scambiati pari a 89 e 88 rispettivamente, sino ad arrivare al risultato eccezionale della zona B2 con un +106,6%. Segnali questi che indicano come le politiche attrattive intraprese dal Comune, continuano a dare frutto sul lungo periodo, su processi socio – urbanistici che richiedono intervalli di tempo ampi per attuare una inversione di tendenza”.

“Dal 2012 – ha affermato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – l’amministrazione sta lavorando incessantemente nella direzione di sviluppare un nuovo concept urbanistico del capoluogo, e i dati dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, relativi al mercato immobiliare, lo attestano in modo inequivocabile. Frosinone è diventato un caso di studio a livello nazionale per la partnership tra Comune e privato (rappresentato dalla società del Frosinone calcio del patron Maurizio Stirpe) che ha permesso la realizzazione, in appena 18 mesi, del terzo stadio di ultima generazione in Italia, trasferendo nella zona del Casaleno l’impianto sportivo e realizzando un nuovo parco pubblico sull’area del Matusa, dimostrando, in questo modo, come l’urbanistica corrisponda con il nuovo assetto e disegno del territorio. Quando lo stadio comunale “Benito Stirpe” fu inaugurato, nel 2017, le testate nazionali parlarono, entusiasticamente, di quel “modello Frosinone” attraverso il quale era giunta a compimento un’operazione ambiziosa e lungimirante. Nello stesso tempo, quella che era stata la gloriosa “casa” dei colori giallazzurri, il Matusa, diveniva un parco urbano che, sin dalla sua inaugurazione, ha fatto salire in modo consistente le quotazioni degli immobili della zona. Da sottolineare il fatto, poi, che una delle eccellenze formative del Paese, ossia l’Accademia di Belle Arti, ha sede stabile, dal 2014, nell’immobile di pregio della città, il Tiravanti, ubicato nel centro storico: tale collocazione ha fatto sì che centinaia di studenti, provenienti da tutto il mondo, contribuissero ad alimentare il mercato delle locazioni, come puntualmente riportato dalla relazione dell’Osservatorio. Per comprendere la nuova visione urbanistica del capoluogo, vanno citati, anche, l’acquisto di due teatri – il Vittoria e il Nestor – e la trasformazione che coinvolgerà l’intera area dello Scalo, incluso il progetto inerente al vicino complesso industriale ex Permaflex. L’obiettivo è di riqualificare il tessuto urbano e di elevare la qualità degli standard delle infrastrutture viarie e tecnologiche di proprietà pubblica, procedendo inoltre alla ricucitura delle zone di confine tra la città di Frosinone e i comuni del circondario, aumentando i livelli occupazionali con la creazione di un parco tematico”. Lo scorso 28 giugno 2019, alla Villa comunale, è stato infatti firmato il protocollo d’intesa alla presenza del sindaco, Nicola Ottaviani, dell’amministratore di Ferrovie, Gianfranco Battisti, e del Direttore Stazioni di RFI, Sara Venturoni, inerente all’iniziativa di riqualificazione dell’intero ambito urbano in cui la stazione si inserisce. Ed è anche grazie a quell’investimento complessivo di circa 30 milioni di euro per il nuovo assetto della stazione e del quartiere, che le Ferrovie dello Stato hanno deciso di utilizzare la nuova rivisitazione urbanistica dello Scalo e della stazione, per far fermare i treni superveloci nel capoluogo, con il Frecciarossa che ha inaugurato il nuovo corso del trasporto il 14 giugno, consolidando il ruolo baricentrico, anche a livello commerciale e immobiliare, del capoluogo, tra Roma e Napoli. “Tocca a noi, adesso – ha concluso il sindaco Ottaviani – attuare quegli investimenti di marketing e creare una piattaforma pubblicitaria ben strutturata direttamente sulla capitale, a seguito della prima fermata in città dei treni superveloci delle FS. Il Consorzio Frosinone Alta Velocità, del resto, intende riunire imprese, categorie datoriali e dei lavoratori, associazioni, enti accademici e di alta formazione, universitaria ed artistica, ordini professionali, operatori del sistema bancario e immobiliare ed altri stakeholder, allo scopo di sfruttare questa enorme opportunità.  Oltre tre milioni di persone residenti a Roma, infatti, potranno trovare da noi, a poco più di mezz’ora di viaggio, prezzi e costi più alla portata delle famiglie, oltre a una qualità della vita sicuramente superiore a quella della metropoli, più a misura e dimensione d’uomo. Si pensi all’opportunità di frequentare istituti di alta formazione artistica o musicale, di riconosciuta fama nazionale e internazionale, come il Conservatorio Refice o l’Accademia di Belle Arti, unitamente alla sede distaccata dell’Università del Lazio meridionale.  O agli immobili ancora invenduti presenti nelle città che, a parità di superficie, costano un terzo o la metà rispetto non a quelli della centrale via del Corso di Roma, bensì a quelli del Tiburtino o del Prenestino. Con i treni veloci, si andrà ad intercettare quell’utenza che, in poco più di mezz’ora, avrà la possibilità di vivere nella provincia di Frosinone e lavorare a Roma”.

Redazione Frosinone