Frosinone, ecco la mostra di Sabrina Faustini curata da Alfio Borghese

di Vincenzo Ruggiero Perrino

Lo scorso 24 settembre, presso la Villa Comunale di Frosinone, l’artista alatrense Sabrina Faustini ha inaugurato un’esposizione personale dei suoi dipinti, dal titolo Colori. Tracce di Memoria. La mostra è stata curata da Alfio Borghese.

Una riflessione su questa proposta artistica può prendere il via dall’analisi del titolo, sotto il quale complessivamente sono state riunite le opere pittoriche della Faustini. “Tracce di memoria”: locuzione che ben individua la cifra stilistica più evidente di questi lavori. Infatti, se la memoria è, come scriveva il celebre drammaturgo Samuel Beckett, espressione di un passato che si accumula intorno a noi come granelli di sabbia, allora questi lavori la esprimono compiutamente.

Infatti, prendiamo ad esempio i lavori del ciclo di “Pandemia”. Cosa rappresentano i cerchi concentrici di varie tonalità cromatiche, che si addensano intorno ad un cerchio centrale, se non la memoria del dolore e dello sgomento, legati ai recenti fatti di cronaca legata al covid-19? E anche il materico agglutinarsi di segni, forme, colori, materiali, che s’addensano sulle tele del ciclo “Armonie e colori”, cosa sono se non l’accumularsi di sensazioni, emozioni, escandescenze del pensiero, che formano la memoria?

In questi lavori – che l’artista ha voluto presentare divisi in sei cicli tematici (“Pandemia”, “Armonie e colori”, “I colori della terra”, “L’isola che non c’è”, “Montagne arcobaleno”, “Deserti di sale”) – c’è sempre un centro attrattore verso il quale convergono i segni e le accensioni cromatiche, che appunto sono l’espressione di una memoria che s’addensa e che si fa testimonianza. 

Testimonianza di un passato recente, legato alle esperienze della pandemia; testimonianza di un più generale disastro ambientale, che sta portando il pianeta ad un destino di progressiva desertificazione; testimonianza anche di una sognante bellezza espressa in una vivacità coloristica di indubbio fascino.

L’unico lavoro che sembrerebbe allontanarsi da questo schema è il recentissimo Volo pindarico, un polittico in tecnica mista. Tuttavia, anche qui si può argomentare che i tasselli che formano il mosaico complessivo dell’opera, sono singoli momenti memoriali (in questo caso legati al sogno del volo), colti nel loro essere nel tempo, piuttosto che nel loro cristallizzarsi nella memoria.

Colori. Tracce di Memoria resterà aperta al pubblico fino al prossimo 3 ottobre.