Frosinone-Droga e cellulari in carcere, arrestato secondino

Attraverso una sorta di passa parola i detenuti destinatari dell’odierna misura, parlando tra loro, erano venuti a conoscenza della possibilità di potersi dotare di un telefono cellulare corrispondendo alla guardia carceraria una somma che variava dai 150 ai 500 euro. Tale denaro ovviamente veniva fatto recapitare al destinatario attraverso la mediazione di congiunti dei che venivano istruiti in tal senso o attraverso i previsti colloqui o raggiunti direttamente al telefono attraverso l’utilizzo di apparecchi già presenti ed in uso all’interno del carcere che venivano generosamente messi a loro disposizione da uno dei quattro detenuti che ne aveva già il possesso.
Nel corso delle indagini sono state accertate tre cessioni di telefonini, di ultima generazione, muniti di sim card e caricabatteria, l’introduzione di 50 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish e la corresponsione complessivamente di circa 2000 euro che era stata fatta recapitare all’assistente della polizia penitenziaria in parte attraverso dazione diretta per il tramite di familiari ed una parte attraverso l’accreditamento su una Postepay intestata alla stessa guardia.

L’uso dei telefoni da parte dei detenuti per le più svariate esigenze. Dalla necessità affettiva di mantenersi in contatto con fidanzate, genitori e congiunti in genere alla gestione di altre illecite attività, come nel caso di L. G., originario dell’Albania, cl. 82 (attualmente detenuto presso Casa Circondariale di Spoleto) che curava, in ogni fase, la prostituzione della propria sorella e compagna attraverso l’inserzione in specifici siti di annunci e foto, l’indicazione alle donne di un vero e proprio codice comportamentale da tenere con i clienti in ordine a tempi e modalità dei rapporti, rimanendo talvolta in linea sia nella fase di “contrattazione” che di consumazione della prestazione sessuale. Ovviamente gli introiti, al netto delle spese di gestione, venivano dalle donne versate su una postepay che il detenuto gestiva direttamente dal suo efficiente smartphone comodamente dalla sua cella.

I carabinieri del Nucleo investigativo di Frosinone hanno eseguito in provincia di Frosinone e in quelle di Latina, Napoli, Terni, Avellino, Pistoia ed Isernia un’ordinanza di custodia Cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Frosinone per i reati di concorso in corruzione di P.U. (319 e 321 C.P.) nei confronti di 13 persone (13 misure cautelari di cui 4 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 8 obblighi di dimora nel Comune di attuale domicilio). Riepilogando, l’Ordinanza di custodia ha interessato i seguenti soggetti, in carcere L. G. albanese, cl. 82 (attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Spoleto per droga, rapina e sfruttamento della prostituzione); S. D. M. rumeno cl. 91 (attualmente sottoposto agli arresti domiciliari presso propria abitazione in Frosinone per reati di droga); C.D. napoletano cl. 91 (attualmente detenuto presso Casa Circondariale di Ariano Irpino – AV per droga e rapina); A. A. albanese cl. 80 (attualmente detenuto presso Casa Circondariale di Isernia per droga). Arresti domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di N. R., originario di Piglio (FR) cl. 70, Assistente Capo della Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale di Frosinone. Obbligo di dimora nei confronti dei restanti destinatari.

Redazione Frosinone