Fotografia del Duce nella sede del Ministero, La Russa non vuole toglierla

È un caso la fotografia di Benito Mussolini su una parete del Mise, il ministero per lo Sviluppo economico. Posizionata assieme a quelle di tuti i ministri che si sono succeduti alla guida del dicastero per le celebrazioni dei 90 anni di Palazzo Piacentini — la sede di via Veneto fatta costruire nel 1929 e inaugurata il 30 novembre 1932 —, quell’immagine ha fatto indignare la Cgil Funzione Pubblica («Atto gravissimo e deplorevole») e scatenato la reazione dell’ex segretario Pd Pierluigi Bersani, che essendo stato a sua volta titolare del Mise (nel governo Prodi, tra il 2006 e il 2008) non ha gradito la presenza del suo ritratto a poca distanza da quello del duce. E che per questo, via social, aveva espresso il desiderio di non far parte della galleria. Mussolini fu di fatto il primo inquilino di Palazzo Piacentini, avendo assunto fra il 1932 e il 1936 l’interim di ministro delle Corporazioni, a cui erano state trasferite le competenze su industria, commercio e lavoro dopo la soppressione del ministero dell’Economia nazionale. La polemica non è rimasta confinata ai cinguettii di Bersani, che hanno avuto una certa eco negli ambienti del governo. Al punto da costringere il Mise ad emettere una nota ufficiale per annunciare che, «per evitare polemiche», l’effige del capo del fascismo sarebbe stata rimossa. Lo stesso ministro Giancarlo Giorgetti aveva confermato la rimozione, facendo però notare che la foto di Mussolini è presente anche a Palazzo Chigi (nell’anticamera della Sala Verde che ospita i ritratti tutti i presidenti del Consiglio dall’unità d’Italia in avanti, nda) e che al Mise il ritratto era stato posizionato solo per l’evento culturale. «Ahimè, è stato il primo ministro delle corporazioni — ha commentato con i cronisti che lo hanno intercettato alla Camera — e su quella parete ci sono tutti i ministri». La decisione di rimuovere la fotografia non piace invece al neo-presidente del Senato, Ignazio La Russa. «La foto di Mussolini c’è anche al ministero della Difesa, il suo nome è scritto anche al Foro Italico. Voglio dire, che facciamo cancel culture anche noi?». corriere.it