Fleximan distrugge un altro autovelox, il 12esimo in pochi giorni gli automobilisti lo chiamano in tutta Italia

Trattandosi di soggetto ignoto il nome che gli è stato attribuito è di fantasia, ma ricorda molto quello di un supereroe. Ed è da eroe che viene esaltato, omaggiato, ringraziato, venerato sui social: «Dispiace si debba arrivare a questo, ma quando la legge è contro i cittadini, allora viene fuori la giustizia di strada». Di eroico, però, nella distruzione di beni pubblici, non c’è niente. Fleximan – che sia un singolo attivissimo abbattitore di autovelox o un collettivo di irriducibili dotati di strumenti idonei a dichiarare guerra ai rilevatori di velocità – in Veneto ha la fama di una star. Ma il procuratore di Treviso Marco Martani avvisa: «Potrebbe configurarsi l’apologia di reato. Dovrei verificarla bene, è una fattispecie vincolata da determinati presupposti di legge, ma questo è danneggiamento di un bene esposto alla pubblica fede e destinato a pubblico servizio». Apologia di reato significa difendere pubblicamente (o celebrare) un illecito: è quello che stanno facendo, da giorni, migliaia di persone digitando sulla tastiera del proprio smartphone. Migliaia. «Non tutti gli eroi hanno il mantello, alcuni hanno il flessibile» è la sentenza di Facebook. «Sarebbe da pagargli almeno il carburante per gli spostamenti visto che fa un servizio per tutti» rileva Devis commendando la notizia dell’ennesimo autovelox divelto nella notte in Veneto. «Uno di noi», «Grande stima», «Non mollare», e avanti di questo tenore. «Ormai ce n’è uno per paese, speriamo che un po’ alla volta li taglino tutti» si rallegra Roberto. Eppure, a qualcuno non basta: «I pali non costano niente, distruggete la telecamera!» è l’invito di Valentino. «Santo Subito!» esclama Pietro, andando pure oltre Batman, Superman e Spiderman, scomodando addirittura l’Altissimo. Fleximan si muove nella notte, vendica i multati, punisce presunti oppressori che vogliono far rispettare il codice della strada senza pericolosi eccessi. L’eurodeputato bolzanino Matteo Gazzini la ritiene «una bella storia di resistenza a una tassa occulta». E anche sulla pagina Facebook del Corriere del Veneto se ne discute in punta di social: «Quanto piangerà quando lo beccheranno» scrive Cristian. Gli risponde Michelangelo: «Non pagherà nulla, la maggioranza dei cittadini si dividerà le spese legali». «Lunga vita a questo umile operaio dell’eroismo quotidiano» scrive Antonio. Un gigantesco fan-club. «Avanti tutta e vediamo se qualcuno comprende questa protesta» sintetizza Gianni.  A questo punto, fioccano anche gli inviti: «Fleximan, se vuoi sulla ss53 (la Postumia, nrd) è pieno di autovelox» si presenta Andrea. E Cecilia: «Vieni sull’Aurelia». E perfino più in là: «Vieni in Toscana!» o «Vieni in Piemonte!», come se Fleximan potesse correre ad aiutare nel momento del bisogno. Non si può escludere un fenomeno emulazione o che a muoversi sia un gruppo: sono azioni condotte in territori molto diversi e distanti, e pochi giorni fa un autovelox è stato abbattuto in Lombardia. Ma quella, di sicuro, non era un’azione di protesta: era talmente nuovo da non essere ancora entrato in funzione. Trattandosi di persona (o persone) di rilevante peso e presenza nelle discussioni social, anche il «mondo del web» si divide fra favorevoli e contrari a quella personalissima (e illegale) battaglia contro gli autovelox. Certo, con netta maggioranza dei primi, ma i secondi iniziano a rompere il fronte dell’elogio. «Con tutto il rispetto, quando li rimetteranno pagheremo noi» rileva Tibe. E Dino: «Apprezzare il vandalismo è incivile. È una scusa la “cassa”. È voler fare i comodi propri correndo, e correndo si fanno vittime». corriere.it