Fiat Cassino, “Rischio chiusura stabilimento meglio il turismo”
“La crisi del settore dell’automotive è preoccupante ed è il riflesso di dinamiche mondiali difficili da governare a livello locale. Combattiamo per difendere lo stabilimento di Piedimonte San Germano, nel contempo però va ripensato il modello di sviluppo del territorio”. E’ quanto afferma il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco che evidenzia: “Roccasecca da tempo sta cercando di indirizzare l’economia locale verso la valorizzazione del turismo e della cultura. Il modello operativo è quello della candidatura a Capitale italiana della Cultura. Un modello di rete che ha visto insieme trenta amministrazione comunali, la Provincia di Frosinone, l’Università di Cassino. C’è stata un’eco nazionale che i suoi frutti li ha prodotti. Sono nate diverse attività ricettizie, l’indotto del flusso turistico è in crescita”. “Questa proposta ha convinto e convince perché è una proposta di sistema: San Tommaso D’Aquino, siamo nel Triennio a lui dedicato, Cicerone, San Benedetto, i cammini, l’area archeologia di Aquinum. Le attività imprenditoriali però vanno professionalizzate, non basta solo la promozione, serve uno scatto in avanti da parte loro”. “Per rendere attrattivo il territorio – argomenta Sacco – occorre modernizzare le infrastrutture. La nostra terra è ferma da troppo tempo mentre il mondo viaggia veloce. Roccasecca, di concerto con l’Università di Cassino e l’allora Cosilam ha predisposto un progetto frutto di un protocollo che si fonda su tre opere strategiche: la fermata Tav a San Vito, già pronta da utilizzare anche come hub per le merci e per la logistica, a 300 metri il casello autostradale e la direttrice Mof di Fondi- Stellantis per poi congiungersi all’Abruzzo, dunque all’Adriatico realizzando quel canale di collegamento con il Tirreno sempre auspicato”. “Purtroppo la nostra provincia – dice ancora il sindaco di Roccasecca – sconta l’eterna divisione tra nord e sud che alla fine impedisce a tutti i progetti di andare a dama. Anche se a rimetterci di più siamo soprattutto noi, che scontiamo anche la vicinanza con l’alto casertano dove è presente una fiscalità di vantaggio che scoraggia dall’investire nelle nostre parti”. “Cosa occorre fare a mio avviso? – conclude Sacco – Uscire dalla logica dell’emergenza e del campanilismo, programmare e ragionare in ottica territoriale. Soprattutto, bisogna garantire infrastrutture moderne. E sarebbe opportuno riportare sul tavolo di discussione il tema dell’area vasta del Cassinate, perché solo insieme possiamo avere più forza di contrattazione, anche a livello di finanziamenti europei diretti. A Frosinone già lo stanno facendo, noi lo abbiamo messo da parte questo aspetto. Rilanciamolo, anche facendo sponda con l’area del sud pontino. Potremmo essere un bacino economico e produttivo fondamentale per tutto il Lazio meridionale”.
Redazione Digital