Festini a luci rosse in pieno centro, il prete vende l’appartamento
«Per noi è un sospiro di sollievo, speriamo che il prossimo inquilino sia più discreto». A parlare sono alcune persone del residence che si trova alle spalle della stazione ferroviaria di Desenzano, dove fino a poco tempo fa viveva il prete finito nell’occhio del ciclone nel momento in cui un trentunenne (che vive a Desenzano) lo ha segnalato alle forze dell’ordine per minacce e per non aver ricevuto il pagamento di alcune prestazioni sessuali. Incontri, spesso e volentieri, che sono avvenuti proprio nell’abitazione messa in vendita dal prelato. E, a quanto pare, è stato già trovato un acquirente. Nella zona residenziale di Desenzano, dunque, la speranza è che sia tornata definitivamente la quiete dopo mesi «complicati». La situazione era degenerata la scorsa estate, quando nei primi giorni di agosto un giovane trans si è spogliata e ha minacciato di gettarsi dalla finestra. Poi la giovane trans, che farneticava frasi senza senso, si è lanciata ed è fuggita (nuda) per le strade della cittadina del Garda. In quella serata, come emerso in seguito dal racconto dei presenti, il prete si sarebbe cimentato in una sorta di esorcismo. «Esci da questo corpo», avrebbe detto. In seguito, mentre sul posto erano arrivate le forze dell’ordine, il prete sessantacinquenne è stato allontanato dai residenti, infastiditi dall’ennesima serata sopra le righe. «Sembrava la scena di un film», hanno aggiunto i vicini di casa. A tutto ciò ci aggiunge una denuncia per detenzione ai fini di spaccio, dopo che gli agenti del Commissariato di Desenzano hanno svolto (sempre in estate) una perquisizione e hanno trovato nella casa dell’uomo di chiesa alcuni grammi di cocaina. «Debolezze», successivamente, ammesse in Tribunale anche se ha respinto ai mittenti le accuse di violenza sessuale e minacce. Intanto, in questi mesi, come emerso dai documenti ufficiali, la Diocesi di Verona ha nominato il suo sostituto come cappellano della Fondazione “S. Angela Merici” onlus che si trova a Desenzano del Garda. Incarico al quale il parroco al centro dello scandalo aveva rinunciato ormai da diversi tempo, secondo l’elenco delle nomine del clero veronese per «motivi di salute». corriere.it