Febbre da topo, in Italia il primo caso ecco tutti i sintomi

Da qualche settimana in Slovenia, nella zona di Tarnova e Aidussina, al confine con il Friuli Venezia Giulia si stanno registrando numerosi casi di «febbre da topo»(infezione da hantavirus). Un caso è stato registrato anche in Italia: si tratta di un cittadino sloveno che vive e lavora vicino al confine italiano. L’uomo, che si è presentato al pronto soccorso di Gorizia, non versa comunque in gravi condizioni.

Le infezioni da hantavirus sono diffuse in tutto il pianeta, in particolare nelle zone rurali. Il virus viene trasmesso da piccoli roditori che lo eliminano attraverso le feci e l’urina. L’uomo può essere contagiato attraverso l’inalazione del virus rilasciato dagli escrementi, toccando il terreno contaminato o più raramente con il morso del roditore, venendo così a contatto diretto con la saliva del topo. Ci si può contagiare inalando il virus mentre si pulisce una cantina con una scopa, che disperde nell’aria le minuscole particelle di virus delle feci di ratto contenenti il virus. I gruppi più a rischio sono allevatori e forestali.

La malattia non si trasmette da uomo a uomo, ma solo da animale a uomo. Una volta infettato il roditore rilascerà il virus per tutto l’arco della sua vita. 

Secondo quanto riportato dal quotidiano sloveno Primorski Dnevnik, l’infezione da hantavirus avrebbe colpito dal primo gennaio al 10 giugno 2021 già 213 persone, tra cui 64 nella Goriška, con in’impennata proprio negli ultimi giorni. Alcuni pazienti sono stati ricoverati in ospedale, ma nessuno ha perso la vita.

La «febbre da topo» si manifesta in genere con febbre alta, mal di testa, brividi, dolore all’addome, congiuntivite, rossore al viso, disturbi respiratori. In genere l’infezione dura da due a quattro settimane, ma se trascurata può portare a gravi complicanze come la nefropatia epidemica, emorragie, sindromi polmonari. Non esiste un trattamento specifico o un vaccino, ma farmaci antivirali hanno dimostrato di ridurre la malattia e la morte, se usati precocemente. Non esiste un vaccino.

Per evitate il contagio la scheda del ministero della Salute suggerisce di evitare l’esposizione ai roditori e ai loro escrementi, lavare spesso le mani, non sedersi a terra nelle zone colpite e indossare una mascherina se si stanno pulendo aree contaminate, facendo particolare attenzione a non disperdere aerosol. corriere.it