Fasti Verolani, strade e piazze piene di spettatori

Fasti, Atto II. Prestissimo per trarre bilanci, è solo la seconda sera, eppure le strade piene già dai primi spettacoli danno sicuramente il senso della buona salute della manifestazione. Il brusio cittadino più che sugli spettacoli si è concentrato ieri sull’ordinanza comunale n. 97 del 25/07/18: il divieto di vendere superalcolici dalle 20:30 ha posto gli esercenti sull’attenti. Si sa, ai Fasti qualche eccesso è concesso, ma forse alla luce degli stravizi occorsi nel tempo, si è ritenuto opportuno agire con la mano ferma, ammesso che porti i risultati sperati. Visibilmente incrementate anche le pattuglie di controllo di Polizia locale e Carabinieri, costantemente in circolo e presenti non solo nel post spettacoli. La sorveglianza delle forze dell’ordine non è mai mancata, ma sicuramente in questa portata era riservata alle giornate più frequentate. Questo a sintomo di un’esigenza, purtroppo generale, di tutelare l’ordine pubblico e monitorare un così grande afflusso di persone.

Controlli di vario genere a parte, nella serata di ieri il pubblico ha iniziato a spalmarsi su tutto il bacino riservato alle esibizioni, raggiungendo anche gli angoli meno conosciuti e di passaggio. Sempre gremito lo spettacolo degli Appiccicaticci, presenza fissa da anni, artisti che a Veroli si sentono a casa. A loro il compito di giocare con le parole del pubblico, mettendo su un sipario sempre diverso di storie improvvisate. L’autoironia e la prontezza di spirito e lessicale, le loro grandi dote. Se di linguaggio si parla, non si può non citare lo spettacolo di Matthias Martelli fruibile in numero limitato all’Anfiteatro della Catena. Un solo uomo a raccontare il primo miracolo di Gesù Bambino, sul canovaccio incredibile di Mistero Buffo di Dario Fo. Alla sua compagnia nel Teatro Stabile di Torino, il maestro ha permesso l’ultima concessione del suo lavoro. Parole particolari quella della lingua di Grammelot, che però tra la giullarata e la satira sanno arrivare dritte al punto. Un’esibizione di spessore che però non ha la pretesa di essere superiore alle altre, solo diversa.

M. G. C.

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