Farmaci e nuove cure, così batteremo il virus «Diventerà come un raffreddore»

Potremo tornare a una vita completamente normale? E quando?

Il governo americano lo ha chiesto a 723 epidemiologi, proprio in questi giorni. La maggior parte di loro ha risposto: «Dovremo certamente prestare attenzione ancora per molto tempo, avremo un’estate migliore, al rientro apriremo le scuole e potremo invitare gente a casa per le vacanze di Natale, ma il virus continuerà a circolare, anche se presto o tardi finirà per diventare uno dei tanti coronavirus, come quelli del raffreddore». E quando sarà?. Qualcuno ha risposto tre anni, per altri ce ne vorranno cinque. Ammesso che la campagna vaccinale continui così e che si riesca, anche da noi, ad aver vaccinato tutti o quasi tutti i settantenni e i sessantenni. Questa è certamente la cosa da fare e da fare il più rapidamente possibile. Poi vanno vaccinati i cinquantenni e per essere tranquilli dovremmo vaccinare presto anche quelli fra i 40 e i 49 anni. Agli altri penseremo dopo. Ma se vogliamo liberarci da SARS-CoV-2 l’obiettivo (ambiziosissimo, lo so) è di vaccinare il mondo. E c’è un altro problema: il virus lo fermeremo solo se i vaccini potranno prevenire non solo la malattia ma anche la sua trasmissione. Fino a qualche settimana fa nessuno credeva fosse possibile e invece siamo sulla buona strada. Un lavoro fatto a Cambridge e pubblicato da poco su eLife, un buon giornale, dimostra che Pfizer — ma potrebbe applicarsi anche ad altri vaccini — oltre a prevenire la malattia riduce anche la trasmissione del virus.