Energie rinnovabili, “La Ciociaria ha i requisiti per sviluppare il solare”

di Fabio Paris

Intervista all’ing. Incelli, PhD sulle comunità energetiche rinnovabili.
Le comunità energetiche rinnovabili (CER), gruppi di persone o di organizzazioni che si uniscono per produrre, distribuire e consumare energia rinnovabile in modo condiviso, costituiscono oggi la risposta alle rinnovate esigente delle comunità in materia di energia. Tali aggregazioni, solitamente composte da cittadini, agricoltori, imprese, organizzazioni senza scopo di lucro oltreché da autorità locali, presuppongono un certo grado di collaborazione al fine di utilizzare le fonti energetiche rinnovabili presenti nella loro area, come l’energia solare, eolica, idroelettrica e geotermica, per soddisfare il fabbisogno comune. Tra i vantaggi, che le CER sono in grado di fornire, si annoverano:

  • Una maggiore autonomia energetica: le CER possono ridurre la dipendenza dalle fonti di energia tradizionali e aumentare la sicurezza energetica locale.
  • La riduzione delle emissioni di gas serra: l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili può ridurre le emissioni di gas serra, contribuendo così alla lotta contro il cambiamento climatico.
  • Il risparmio sui costi energetici: l’utilizzo di energie rinnovabili può ridurre i costi energetici per le famiglie, le imprese e le comunità.
  • Creazione di posti di lavoro locali: le comunità energetiche rinnovabili possono generare posti di lavoro locali nell’installazione, manutenzione e gestione di impianti di energia rinnovabile oltre a tutto l’indotto generato dal minor costo dell’energia.
  • Il rafforzamento della comunità stesse: le CER possono promuovere la partecipazione della comunità e la cooperazione tra i membri, favorendo così lo sviluppo di relazioni sociali più forti.

Le CER stanno diventando sempre più popolari in tutto il mondo, con numerose iniziative e progetti in corso. Tuttavia, ci sono ancora alcune sfide da affrontare, come l’integrazione delle fonti energetiche rinnovabili nella rete elettrica esistente e la gestione dell’interazione tra i membri della comunità oltre alla definizione specifica del contesto normativo e giuridico in cui dovranno operare. In Italia, le comunità energetiche rinnovabili sono state introdotte nel 2019 con la legge n. 77/2019, che ha definito il quadro normativo per la creazione e l’organizzazione di queste comunità. Nella provincia di Frosinone, ci sono diverse iniziative in corso per sviluppare comunità energetiche rinnovabili. Ad esempio, nel comune di Arce è stata avviata una iniziativa per creare una CER che utilizzi l’energia solare per alimentare gli edifici pubblici e le case private. Il progetto prevede l’installazione di pannelli solari sui tetti degli edifici e la creazione di un sistema di gestione dell’energia condiviso tra i membri della comunità. Anche il comune di Frosinone ha avviato una iniziativa per creare una CER, in collaborazione con l’Università di Cassino e il Centro Ricerche ENEA. Il progetto prevede l’installazione di pannelli solari sul tetto di una scuola e la creazione di un sistema di gestione dell’energia condiviso tra i membri della comunità. Inoltre, la Regione Lazio ha istituito un bando per la CER, al quale possono partecipare comunità di cittadini, cooperative, associazioni e altri soggetti privati. Il bando prevede finanziamenti per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile e la creazione di sistemi di gestione dell’energia condivisi. A tal proposito, abbiamo intervistato l’Ing. Marco Incelli, specialista ed imprenditore del settore, autore di numerose pubblicazioni su riviste internazionali sul tema energia, per approfondire la tematica ed il relativo ambito di applicazione della messa a sistema di tali tecnologie, in particolar modo nella provincia di Frosinone e, nello specifico, sul territorio ferentinate.

Ingegnere, qual è il ruolo del professionista del settore in ambito CER, meramente un tecnico o più un divulgatore?
“In due parole verrebbe da dire, entrambe ma per risponderle si dovrebbe parlare di Team composto da professionisti e non. Progettare e costituire una CER richiede diverse competenze spesso poco affini ma allo stesso tempo trasversali. La CER di fatto non è altro che un esperimento sociale quindi come tale, necessita di figure quali: ingegneri; tecnici; legali; commercialisti; divulgatori; per ultimo, ma non per importanza, la popolazione locale, le industrie e le pubbliche amministrazioni (PA) locali. L’interlocuzione sistematica, la fiducia, la responsabilità di tutte le parti coinvolte e la competenza e la visione della classe dirigente sono il presupposto per la sua costituzione. Altro elemento necessario è la formazione specifica sul tema energia per tutta la popolazione finalizzata ad educare, in primis, al risparmio energetico, intenso come riduzione degli sprechi dettati da cattive abitudini, e, in secundis, all’efficienza energetica, intesa come riduzione dell’energia necessaria per l’utilizzo di un bene o servizio. Il coinvolgimento di tante figure presuppone che ogni individuo coinvolto sia consapevole e a conoscenza dei vantaggi che questo sistema di aggregazione, la CER appunto, può generare. Senza andare troppo nello specifico, il vantaggio principale (non è l’unico) di una CER, se ben progettata, è la riduzione del costo dell’energia. Il costo dell’energia, è un elemento chiave per i sistemi economici e sociali. Non mi dilungo troppo poiché il tema è complesso ma potremmo dedicare un articolo specifico a tale tematica. Basti pensare che il costo dell’energia può seriamente condizionare la sopravvivenza delle realtà comunali o di quartiere, specialmente per quelle più piccole. Infatti, da varie analisi condotte, si è visto che all’aumentare del costo dell’energia si assiste progressivamente ad un repentino spopolamento delle piccole realtà con conseguente chiusura e/o migrazione delle attività economico-sociali e una conseguente svalutazione dei capitali locali. La costituzione di una CER, al contrario, è un elemento strategico per le piccole realtà poiché porterebbe ad un costo contenuto dell’energia con un conseguente aumento della qualità della vita, quindi ad un popolamento progressivo delle piccole realtà comunali e un incremento dell’attività economica e sociale del paese. Dunque, se il costo dell’energia aumenterà in futuro, e ciò è molto probabile, la CER potrebbe essere UNO dei presupposti per la sopravvivenza di un paese come Ferentino da qui ai prossimi 10 anni. Per tale ragione, i comuni, per sopravvivere, devono affrontare questo salto evolutivo, che è anche culturale, ed è attualmente sostenuto soprattutto dai fondi del PNRR. Perdere questa possibilità ci esporrebbe ad un rischio serio di progressiva decadenza. Per questo motivo ho fondato, insieme ad uno studio legale locale, una nuova società, (acr SBA srl) il cui scopo è di creare, opportunità di business sostenibili per le aziende e fungere da facilitatore per l’accesso delle aziende e delle PA ai fondi europei del PNRR sul tema energia, attraverso la condivisione dello specifico know-how per fornire soluzioni innovative ad altissimo valore aggiunto. oltre la formazione e la pianificazione strategica del tema energetico”.  

La PA locale è attualmente pronta a recepire gli indirizzi comunitari in termini di CER?
“Posso essere onesto? Purtroppo le realtà locali stanno pagando le conseguenze di una stagnazione strutturale ed organizzativa che dura decenni e non sono al momento, attente, qualificate e pronte da affrontare questa rivoluzione energetica in atto. A mio parere nell’immediato c’è bisogno di formazione specifica sul tema energia all’interno dell’amministrazione con figure altamente qualificate che capiscano l’importanza strategica dell’energia e inizino un lungo percorso di panificazione strategica. Successivamente c’è bisogno di un programma di comunicazione e divulgazione sistematico di notizie e attività sul tema dell’energia che deve partire dall’amministrazione locale e deve interessare tutti i cittadini. Non si può pensare di creare CER senza che il comune sia direttamente coinvolto. Non funzionerebbe. In concomitanza, è necessario, a mio avviso, costituire un ufficio dedicato alla ricerca, selezione e valutazione dei bandi europei, soprattutto quelli a fondo perduto (anche non specificatamente sul tema energia). In tale contesto ci sono già aziende locali come la mia, che potrebbero fornire un supporto importante e ad alto valore aggiunto nella formazione e nella stesura, presentazione e realizzazione dei progetti. Tale ufficio, esattamente come in un’azienda, accelererebbe fortemente il processo di evoluzione e di rilancio del nostro paese sotto tutti i punti di vista, non solo quello energetico”.

Lei è originario di Ferentino, quali prospettive vede all’orizzonte per il proprio comune?
“La ciociaria, in particolare Ferentino, ha una serie di caratteristiche uniche; abbiamo il potenziale giusto per attrarre industrie, turismo e capitali. Tale potenziale è stato sviluppato solo in parte per la forte divergenza fra popolazione, tessuto industriale e PA. In tal senso, il movimento civico sarebbe in grado di dialogare, da una parte, con la popolazione locale e con l’industria proponendo un programma strutturato ed efficace mirato alle esigenze del territorio, e, dall’altra, di avere un rilievo politico determinante per l’affermazione dello stesso programma a livello istituzionale. Dunque il movimento civico può diventare un organo facilitatore, per esempio, per la costituzione di CER, o altre iniziative che permettano alle industrie e ai cittadini di ottenere vantaggi reciproci e al contempo preservare le attività produttive e l’ambiente. In questo scenario quindi, la stessa PA locale fungerebbe a sua volta da facilitatore e promotore, invece che da ostacolo, per opportunità di sviluppo attuali e future. In questo panorama, il nostro expertise è in grado fornire un supporto importante contemporaneamente ad aziende partner di primissimo livello nazionale, coordinando e programmando le attività con le opportunità che il PNRR ci concede, dalla diffusione delle FER (Fonti di Energia Rinnovabile) e alla costituzione di CER, alla decarbonizzazione delle industrie energivore (“Hard-to-abate”) allo sviluppo di reti diffuse di idrogeno verde per la mobilità e l’utilizzo industriale o domestico”.