È ufficiale, la Coppa America a Napoli prima volta in Italia

Con una strambata improvvisa, dettata da un giro di vento nato al largo e piombato sul golfo, la Coppa America di vela arriva in Italia. La 38esima edizione della regata più antica dell’orbe terracqueo si terrà a Napoli nella primavera-estate del 2027. È al largo di Castel dell’Ovo, dunque, con il Vesuvio sullo sfondo, che Luna Rossa, la Nazionale azzurra, sarà chiamata al definitivo salto di qualità per strappare ai defender di Team New Zealand la brocca d’argento, desiderio proibito di ogni imprenditore e tycoon con la passione per il mare.
L’accordo è stato raggiunto tra i neozelandesi, alla ricerca di una sede adeguata per l’evento dopo aver completato con successo la difesa della coppa a Barcellona l’anno scorso, e il Governo italiano. Qualche spiffero era arrivato in banchina, ma non si credeva che le negoziazioni tra Grant Dalton, la leggenda della vela kiwi al timone del sindacato di Auckland, e Andrea Abodi, il ministro dello Sport che ha avuto un ruolo importante nel processo, fossero arrivate così avanti: «La scelta di Napoli rappresenta una straordinaria opportunità per l’intero Paese di incrementare il valore del territorio, implementare il turismo, promuovere lo sport – dice il ministro ufficializzando la notizia in un comunicato -. Studieremo anche iniziative e progetti per la tutela del mare e dell’ambiente. Ringrazio la premier Giorgia Meloni, che in questo lavoro di squadra ha intuito per prima le potenzialità della Coppa America nel nostro Paese e le ricadute sportive, sociali, turistiche e industriali dell’investimento».
Il risiko dell’America’s Cup sembrava già definito, alla fine della Coppa 2024: Team New Zealand era orientato a rimanere in Spagna, a Valencia, la città che però il 29 ottobre dell’anno scorso è stata sconvolta da una violentissima alluvione, dirottando tutte le risorse disponibili sulla ricostruzione. Era tornata sul tavolo l’ipotesi Arabia Saudita, che già aveva ospitato una delle regate preliminari della 37esima edizione con successo, ma nessuno – dai team agli sponsor – era entusiasta di un cambiamento così profondo e radicale, e lontanissimo come cultura dalla vela anglosassone, anima dell’America’s Cup per oltre un secolo. Allora si era pensato alla Grecia, e le trattative erano partite in direzione di una location nel Peloponneso. Ma nulla di fatto. Dal giro di boa, invece, spunta l’Italia. Napoli, che già aveva fatto le sue piccole prove di Coppa America qualche anno fa. Ma questa volta è tutto l’evento, con il suo fascino e le sue regate destinate a riscrivere la storia della grande vela. Oltre al defender, Team New Zealand (che nel frattempo ha perso per strada il suo timoniere, Peter Burling), e a Luna Rossa, per la prima volta messa nelle condizioni di regatare in casa per il trofeo, è ipotizzabile che della flotta facciano parte gli americani di American Magic e gli inglesi di Ben Ainslie, sopravvissuti alla clamorosa scissione con il magnate Jim Ratcliffe. Incerta la partecipazione degli svizzeri di Alinghi e dei francesi di Oriente Express, presenti a Barcellona. Vanno trovati nuovi challenger con urgenza. Possibilmente italiani. La Coppa a Napoli lo merita. corriere.it