È morto Gianni Bisiach

Se ne va un pezzo di storia della televisione, si legge sul sito di Rai News. Mai come in questo caso un simile annuncio è lontano dalla retorica. Gianni Bisiach, goriziano di nascita, classe 1927, ha davvero scritto indimenticate pagine della storia del servizio pubblico italiano, la Rai. Personalità complessa e ricca di esperienze e di cultura (due lauree in medicina e chirurgia, una all’Asmara e l’altra a Roma, poi apprezzato anestesista, studioso di psichiatria accanto a Franco Basaglia) trova una strada legata alle sue passioni audiovisive entrando alla Rai grazie al giornalista e partigiano Massimo Rendina. Si occupa immediatamente di divulgazione culturale sia legata all’immediata attualità che alla storia con una cifra che rimarrà la stessa per decenni: accuratissima documentazione, nessun protagonismo, linguaggio volutamente chiaro e privo di compiacimenti, un periodare breve adattissimo al linguaggio televisivo. Nel 1960 le sue tre puntate dedicate a Umberto Nobile e alle sue spedizioni polari attirano 28 milioni di spettatori, un record anche in tempi di monopolio. Altra tappa di storia per la tv pubblica e il Rapporto da Corleone, del 1962, clamorosa inchiesta sulla mafia in collaborazione col giudice Cesare Terranova, poi ucciso nel 1979. Inventa la rubrica di approfondimento Tv7, per anni e anni il settimanale giornalistico più prestigioso della Rai. Ha realizzato più di 3000 tra servizi, puntate e speciali di storia per tutti i canali Rai, inclusi gli allora Rai Educational e Rai Internazionale. Per tredici anni ha curato una rubrica quotidiana di grande successo, «Un minuto di storia» dal 2001 al 2013 per il Tg1. Nella sua carriera giornalistica televisiva si imbatte negli esordienti Beatles a Londra, intervista l’imperatore d’Etiopia Hailé Selassié e lo Scià Reza Pahlavi. Nel 1980 il suo speciale sul terremoto dell’Irpinia ebbe la medaglia d’oro della Protezione Civile. Ma la sua voce dalla dizione accurata e priva di accento è legata anche alla conduzione della popolarissima trasmissione Radio anch’io dal 1980 al 1992. Molti i suoi libri, tra cui il best seller «Inchiesta sulla felicità» (Rizzoli, 1982) e «I Kennedy» (Newton Compton, 1999). Dunque con Bisiach non scompare solo un pezzo di storia della Rai ma un capitolo del racconto popolare e diffuso della cronaca contemporanea in Italia. corriere.it