Diossina nell’olio di oliva in Ciociaria, tracce anche nel rosmarino allarme inquinamento

Il cantiere per la costruzione della quarta linea del termovalorizzatore di San Vittore del Lazio partirà nel 2024 ma sull’ampliamento continua la battaglia legale portata avanti da comitati, due cittadini e comuni della zona. Nei giorni scorsi un nuovo esposto inviato alla regione, alle autorità competenti. “Dovremmo indagare con maggiore significatività proprio per questo rapporto che la diossina ha nei confronti di tutti i tessuti” ha affermato la dott.ssa Teresa Petricca che da anni combatte contro l’inquinamento in provincia di Frosinone.
Un solo studio epidemiologico risalente a più di 10 anni fa, si evidenziava un aumento delle malattie respiratorie. A poca distanza dal termovalorizzore il casello dell’autostrada, tracce di diossina sono state trovate nell’olio d’oliva, in particolare su alcuni campioni di rosmarino.
La linea funzionerà nel primo anno in mutuo soccorso con le altre tre già esistenti ossia entrerà in funzione quando si fermerà una delle altre. Per il 2025 si prevede che l’impianto arriverà a trattare 400.000 tonnellate all’anno di CSS, combustibile solido secondario ricavato da plastica, carta e fibre tessili. “Il grande problema della Regione Lazio è che ha un residuo di circa 700.000 tonnellate annuo di rifiuti – ha concluso l’ing. Antonio Mambro – di cui la stragrande maggioranza sono rifiuti organici, non sono idonei ad essere trattati termicamente”. La preoccupazione dei cittadini guarda in particolare le ricadute per la salute. Acea ribadisce che le emissioni sono al di sotto dei limiti previsti dalla legge. “Chiediamo che vengano valutati i dati comunicati da Acea ambiente – ha concluso l’avv. Stefano D’Auria – Dati che sono contenuti nelle determinazioni della Regione Lazio”.

Redazione Digital