Delirio di onnipotenza sul web, giustizieri stabiliscono cosa sia vero e cosa sia falso

Non userò l’espressione «gogna mediatica», non farò riferimenti alla serie «Black Mirror», non farò nomi, perché questa è una storia che riguarda ognuno di noi. È la storia tragica di Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria Le Vignole a Sant’Angelo Lodigiano, trovata morta domenica sera dopo essere finita in un vortice di accuse per aver creato, ma tutto è ancora da definire, una falsa recensione su Google. Alle volte, per giustificare certi ignobili atteggiamenti incolpiamo gli strumenti che usiamo: è colpa della tv, è colpa della rete, è colpa dei social, è colpa del «debunking», questo nuovo modo di ricercare la verità che assomiglia molto al giustizialismo e allo sputtanamento. Per chi si occupa di comunicazioni di massa il libro fondamentale non è uno studio sulla comunicazione ma è «Massa e potere» di Elias Canetti pubblicato nel 1960 (ma scritto in 38 anni), in cui i comportamenti dei followers (le schiere, le moltitudini, il popolo di qualcosa) sono già analizzati con il massimo della precisione. «La massa aizzata – scrive Canetti – si forma in vista di una meta velocemente raggiungibile. La meta le è nota, precisamente designata, vicina. Essa si propone di uccidere, e sa che ucciderà. Con determinazione senza confronto essa persegue il suo scopo è impossibile distoglierla. Basta annunciare quello scopo, basta far sapere che dovrebbe perire, perché una massa si formi… Ognuno vuol parteciparvi, ognuno colpisce. Un’importante ragione della rapida crescita della massa aizzata è l’assenza di pericolo nell’impresa». A peggiorare la situazione — l’avvisaglia di una mutazione antropologica — c’è questa sorta di infatuazione internettiana che, detestando ogni mediazione, tende a sostituirsi al pensiero, al buon senso, alla coscienza del limite: la rete ha creato un diffuso delirio di onnipotenza, dove dei nessuno si ergono a giudici (i giustizieri-influencer!), stabilisco cosa sia vero e cosa sia falso, incuranti di ogni epilogo. Canetti ha descritto una storia che è iscritta nei nostri gesti elementari e si esalta quando si coalizza con altre storie: la folla è irrequieta, manipolabile, impulsiva, distruttiva; la follia collettiva la abita inesorabilmente. corriere.it