Defunti diventano diamanti, azienda trasforma i resti dei morti in un gioiello

Trasformare le spoglie di un proprio caro in un gioiello? Potrebbe risultare macabro per tanti, ma si tratta di un servizio sempre più richiesto nel mondo e che negli ultimi giorni è arrivato anche a Firenze. A rendere possibile questo processo è «Giulia onoranze funebri», attività che ha sede a Girone, frazione di Fiesole. «Qualche giorno fa – racconta la titolare Giulia Taverniti – ho avuto un incontro con l’azienda Algordanza e abbiamo stipulato una collaborazione». Algordanza – significa «ricordo», in romancio – si occupa dal 2004 di produrre «diamanti della memoria»: si trova in Svizzera, nel canton Grigioni, e vanta una rete che si estende in più di trenta Paesi. «Li ho conosciuti su internet – racconta Giulia – Poi, dopo pochi giorni, ho avuto modo di visitare un loro stand al Memoria Expo di Brescia. Ho pensato che potesse essere un servizio interessante da offrire alla clientela». Il procedimento chimico, dopo la cremazione, fa sì che il carbonio – elemento base per tutte le forme di vita organiche – sia recuperato dal corpo per generare il diamante nei laboratori elvetici: «Se il defunto avesse espresso la volontà di essere seppellito – precisa però Giulia – il diamante può essere ricavato anche dai suoi capelli: contengono molto carbonio ed è sufficiente conservare una ciocca di cinque grammi». Il risultato è un diamante artificiale che ha le stesse proprietà chimiche, fisiche e ottiche di un brillante naturale: «Il prezzo varia a seconda dei carati dello stesso: con 0,25 carati si spendono poco meno di 5mila euro, mentre per i più grandi si può arrivare anche a cifre tra i 20mila e i 30mila euro». Giulia ha un compito da intermediaria: «La Svizzera, rispetto alla normativa italiana, ha una burocrazia decisamente più snella per la conservazione delle spoglie. Quando si decide di inviare l’urna con le ceneri, la stessa resta laggiù, mentre da noi torna solo il gioiello». Giulia, 30enne fiorentina, ha aperto la sua impresa nell’agosto del 2022: «L’idea mi venne durante il lockdown. Ero laureata in giurisprudenza e dopo il praticantato stavo cercando di superare l’esame di stato, ma avevo passato solo la prima prova. La mia passione è il diritto successorio, mentre avevo fatto la tesi sulle società di fatto: ho unito queste due caratteristiche e mi sono detta di provarci». Quali qualità servono per questo mestiere? «Sensibilità, ma soprattutto lealtà perché chi si rivolge a me ha necessità di un sostegno, di potersi affidare a qualcuno nel momento di lutto». Giulia, essendo laureata in legge, non si occupa solo di funerali e sepoltura: «Oltre all’aspetto organizzativo, gestisco anche quello burocratico, tra medici legali e notai, e curo gli adempimenti fiscali delle dichiarazioni di successione». Prima di cominciare (la firma alla camera di commercio risale al 2021), Giulia ha completato un lungo tirocinio presso una grande impresa funebre del territorio: «Non è un lavoro facile – dice lei – Devi essere reperibile 24 ore su 24, sette giorni su sette. Bisogna essere calmi, non farsi prendere dall’ansia. Capita spesso di dover andare nelle case dei clienti e serve un comportamento impeccabile». corriere.it