Da Roma a Milano in 30 minuti, ecco il treno ipersonico da 1000 km all’ora

Un centro messo a disposizione di aziende e istituti di ricerca, un obiettivo comune: sostenere il progresso tecnologico e la commercializzazione del sistema di trasporto del futuro, l’hyperloop: una rete di strettissimi tunnel in cui viaggeranno delle capsule (chiamate “pods”) che si muoveranno a grandissima velocità grazie alla levitazione magnetica. Così mercoledì 28 marzo è stato aperto l’European Hyperloop Center.
La struttura, che si trova a Groningen, nei Paesi Bassi, è stata fondata dal governo olandese, dalla Commissione euopea e dalla stessa provincia ospitante. Non si perde tempo: già nelle prossime settimane un’azienda olandese condurrà i primi test nella struttura. E altre tre sono già in coda per sfruttare le potenzialità del centro.
I 420 metri di lunghezza del tunnel sono ospitati dalla Husa Logistics di Veendam e sono stati costruiti in tempo record grazie a dei tubi modulari che sono stati montati insieme fino a formare la rete di tunnel.
È stata pensata «facilitare la dimostrazione delle funzionalità di base e l’utilizzo sicuro del sistema», come si legge nel sito del progetto europeo, ma anche per «consentire lo sviluppo di regolamenti e standard specifici per questa tecnologia» e per «stabilire un ecosistema collaborativo grazie al quale le aziende tecnologiche, i partner industriali e gli accademici possano lavorare insieme nell’ambito della ricerca e dello sviluppo».
La costruzione è stata così rapida, anche grazie alla soluzione per moduli, che già nelle prossime settimane l’azienda olandese Hardt Hyperloop (che ha appena completato il proprio progetto di treno superveloce) sarà la prima a condurre i propri esperimenti nella struttura. La lista di attesa già è pronta: non appena saranno finiti i primi test, ci saranno altre tre realtà europee a sfruttare il centro: la svizzera EuroTube, la polacca Nevomo e la startup spagnola Zeleros (una costola dell’Università politecnica di Valencia), che ha raccolto 15 milioni di euro dalla sua fondazione nel 2016.
Il direttore del centro, Sascha Lamme, ha definito questo come un «momento fondamentale per lo sviluppo dell’hyperloop». Una certezza: si tratta di un passo in avanti verso un mezzo di trasporto ipertecnologico e a basso consumo di energia che potrebbe cambiare il modo in cui ci spostiamo. Un’idea visionaria che, però, ha radici antiche (riprese più di un decennio fa da un noto imprenditore della tecnologia).
La stretta di mano fra Leonardo e WeBuild per lanciare uno studio di fattibilità. L’idea è quella di realizzare, con il beneplacito della Regione e di Concessioni autostradali venete, un treno ipersonico in Veneto. Una promessa: quella di portare i viaggiatori italiani a 1234,8 chilometri orari, un po’ come il sogno originale di Hyperloop One. 
Lo studio è stato finanziato per quattro milioni di euro e inizialmente considererà solo il trasporto merci prima di passare ai viaggiatori. Lo stesso governatore Luca Zaia ha espresso entusiasmo per quello che ha definito come un «progetto avvincente e futuristico».
E sempre in Veneto la startup Ironlev ha condotto i primi test di una sua tecnologia proprietaria che permette di sfruttare la rete di binari ferroviari tradizionali per far muovere, a velocità supersonica, treni a levitazione magnetica.