“Covid-19 sfuggito dal laboratorio di Wuhan”, ecco il dossier dell’FBI

Torna anche il fantasma delle origini del Covid-19 a dividere Stati Uniti e Cina. Washington sta rilanciando la teoria della fuga del coronavirus dal laboratorio di Wuhan. «L’FBI da tempo ha valutato che la pandemia sia scoppiata per un incidente di laboratorio a Wuhan», dice Christopher Wray, direttore dell’FBI. Gli analisti del Federal Bureau of Investigation nel loro rapporto considerano «il potenziale incidente» la spiegazione «più probabile» per l’origine dell’epidemia a Wuhan nel dicembre 2019 che sarebbe diventata pandemia nel febbraio 2020. La dichiarazione del direttore Wray arriva pochi giorni dopo che il Wall Street Journal aveva pubblicato l’esito di un dossier del Dipartimento per l’Energia di Washington che pure puntava verso il laboratorio di Wuhan. Quel rapporto avvertiva che il grado di certezza resta peraltro «basso». Wray parla invece di probabilità alta. Il Wall Street Journal riferisce che non c’è consenso nell’Amministrazione Biden: quattro altre agenzie governative americane, compreso un comitato di intelligence nazionale, restano convinte che il Covid-19 sia stato causato da «trasmissione naturale», non quindi da studi condotti in laboratorio; due agenzie sono ancora incerte. Anche il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca dice che non c’è una conclusione, nonostante il presidente Biden avesse ordinato all’intelligence di dedicare ogni sforzo alla ricerca. Ora però l’FBI conferma la sua opinione e rilancia la tesi dell’errore commesso dai ricercatori cinesi in laboratorio durante studi a fini medici. Il direttore Wray non ha fornito dettagli sull’analisi dell’FBi: si tratta di materiale classificato, ha detto. Il funzionario ha accusato il governo cinese di «fare del suo meglio nel tentativo di ostacolare» con una coltrina fumogena gli sforzi degli Stati Uniti e di altri Paesi per ricostruire le origini della pandemia. Pechino nega e si rifà al risultato di un’inchiesta sul campo condotta da una squadra di scienziati internazionali inviati a Wuhan dall’Organizzazione mondiale per la sanità: il loro rapporto nel marzo del 2021 definiva «estremamente improbabile» che il Sars-CoV-2 fosse stato isolato e poi sfuggito per un incidente dall’Istituto di virologia di Wuhan. L’ipotesi più probabile, secondo gli inviati dell’Oms resta l’origine animale del coronavirus, ma non è stata trovata una risposta certa alle domande sull’«animale serbatoio» e sulla trasmissione all’uomo: diretta o attraverso una specie intermedia (anche questa ancora non identificata). La reazione di Pechino alle dichiarazioni dell’Fbi èal solito sdegnata: «La Cina si oppone categoricamente a qualsiasi forma di manipolazione politica finalizzata a individuare l’origine del Covid-19. Il coinvolgimento dei servizi di intelligence in questioni scientifiche è di per sé una politicizzazione di questo problema», ha detto la signora Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese. corriere.it