Copia durante l’esame, studente Bocconi nei guai “Sospeso per 6 mesi”

Niente esami alla Bocconi per sei mesi: è la sanzione inflitta dall’Università a uno studente della Facoltà di Economia «pizzicato» in gennaio durante un esame a copiare dallo schermo di un telefonino, e perciò ritenuto responsabile di aver violato il patto sottoscritto con l’adesione al «Codice di comportamento degli studenti» dell’ateneo. Sanzione che ora resiste al ricorso dello studente al Tar-Tribunale amministrativo regionale della Lombardia anche in virtù della «prassi» comunque contemplata dall’Università: e cioè la possibilità per lo studente di vedersi abbuonare i secondi tre mesi di sospensione se convertiti in tre mesi estivi di volontariato, che il giovane si è impegnato a fare in una struttura religiosa di assistenza ai bisognosi. Il punto di riferimento è dunque il «Codice di comportamento degli studenti» emanato con decreto del Rettorale l’8 novembre 2023 e incentrato sul fatto che «l’integrità accademica debba essere un principio di comportamento fondamentale per tutti gli studenti Bocconi». Nella nozione di «disonestà accademica» vengono così «incluse, tra le altre, condotte quali: ingannare, copiare, plagiare e rappresentare la realtà in modo volutamente infedele»; mentre «inganno» viene definito «un comportamento finalizzato a conseguire per sé o procurare ad altri un indebito vantaggio nel corso di una prova di accertamento dell’apprendimento». In particolare «gli studenti non devono tentare di appropriarsi, riprodurre, mettere in circolazione o accedere in qualunque modo ai testi delle verifiche (quiz, prove d’esame scritte o materiali di lavoro) prima del momento in cui il personale autorizzato lo consente»; e devono «evitare l’uso di qualunque aiuto o congegno di qualsiasi tipo (cartaceo o elettronico) che non sia stato esplicitamente autorizzato dall’esaminatore della prova (manuali, appunti, note, libri o pubblicazioni, telefoni mobili, siti internet, social media, computer portatili o altri dispositivi elettronici)». A gennaio di quest’anno, invece, durante un esame lo studente viene colto a guardare un telefonino, che prova a giustificare con la volontà di tenersi aggiornato su un problema personale di un familiare. Per il Tar lombardo, però, la sanzione dello stop agli esami da marzo a settembre 2024 «non risulta “abnorme” non solo a fronte della condotta accertata, (il possesso di un telefono cellulare contenente un testo visibile durante una prova di esame scritta), in manifesta violazione al “Codice di comportamento”, ma anche della infondatezza delle giustificazioni». E il presidente Daniele Dongiovanni, l’estensore Silvana Bini e la consigliera Concetta Plantamura nemmeno ravvisano i presupposti di rivedere la sanzione per «gravità e irreparabilità del danno», vista invece «la possibilità prospettata dalla difesa dell’Università di sostituire gli ultimi tre mesi di sospensione con l’attività di volontariato»: una «riduzione/conversione» della sanzione «che verrebbe accordata a fronte della semplice istanza dell’interessato, permettendogli in tal modo di sostenere gli esami» tra pochi giorni, alla «data di conclusione dei primi tre mesi di sospensione». corriere.it