Convento all’asta, in Ciociaria affreschi del ‘400 a rischio

di Massimo Mangiapelo

Il Convento delle monache Calvariane va all’asta. Ed ora c’è il pericolo che eventuali acquirenti possano mettere in pericolo i beni artistici presenti al suo interno. Primi tra tutti due importanti affreschi quattrocenteschi.

A mettere in evidenza la situazione è il consigliere comunale Tarcisio Tarquini, il quale fa sapere che «Il prossimo 12 gennaio andrà all’asta il Convento delle monache Calvariane di piazzetta Luigi Pietrobono, un tempo Mercato coperto. Nell’edificio (su più piani, oltre 3000 metri quadrati) – che viene offerto con una base d’asta di 341mila euro – ci sono due importantissimi affreschi, uno dei quali attribuito al Maestro della Madonna d’Alvito, un artista che ha operato nelle nostre zone nella prima metà del XV secolo, il cui profilo artistico venne tracciato sessanta anni fa dal grande critico d’arte Corrado Maltese.

Gli affreschi sono in una sala del primo piano, in condizioni precarie per una infiltrazione d’acqua che è stata segnalata, sembra senza alcun esito. L’edificio è finito nel buco nero di una procedura fallimentare, già qualche anno fa ci fu chi denunciò o temette un’operazione speculativa, quello che è certo è che si tratta di un patrimonio da tutelare, per impedire che il tesoro in esso contenuto possa finire in mani poco attente e disinvolte».

Quindi Tarquini lancia un appello: «C’è bisogno che il Comune, la Diocesi, la Sovrintendenza intervengano immediatamente per fare in modo che il Convento sia salvaguardato con tutti i suoi beni a beneficio della comunità. E, soprattutto, che gli affreschi siano difesi evitandone il degrado e tutelandoli da ogni altro rischio. L’edificio è un grande e importante “contenitore” del centro storico della città, non può essere lasciato all’alea di un’asta fallimentare».

Ci auguriamo che l’appello venga preso in seria considerazione e che gli enti preposti e la Chiesa vigilino attentamente per scongiurare il pericolo che tali importanti affreschi possano ulteriormente rovinarsi o, addirittura, andare perduti.