Concerto epocale, Eddie Vedder conquista Firenze

Un ukulele, un banjo, un paio di chitarre, la sua voce tonante. Così Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, conquista Firenze. Al suo primo concerto italiano senza la sua storica band, si presenta sul palco e saluta 50 mila fan raccolti all’ippodromo del Visarno parlando in italiano: «E’ il mio primo show da solo in Italia ed è il più grande che ho fatto così. Grazie per essere tutti qui con me stasera». Poi Falling slowly, Song of good hope e Smile in coppia con Glen Hansard, voce e chitarra del gruppo rock The Frames. Infine innumerevoli applausi quando Eddie ha chiesto ai 50mila presenti di salutare l’amico di una vita scomparso alcune settimane fa, Chris Cornell, cantante di un altro pilastro della Seattle anni 90, i Soundgarden; il commovente omaggio a Chris nel paradiso del rock.

Scaletta
Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town
Wishlist
Immortality
Trouble (cover di Cat Stevens)
Brain damage (cover dei Pink Floyd)
Sometimes
I am mine
Can’t keep
Sleeping by myself
Setting forth
Guaranteed
Rise
The needle and the damage done (cover di Neil Young)
Unthought known
Black
Porch
Comfortably numb (cover dei Pink Floyd)
Imagine (cover di John Lennon)
Better man
Last kiss (cover di Wayne Cochran)
Falling slowly (con Glen Hansard)
Song of good hope (con Glen Hansard)
Society (cover di Jerry Hannan)
Smile (con Glen Hansard)
Rockin’in the free world (cover di Neil Young)
Hard Sun