Cinghiali entrano nel cimitero, a caccia di cibo tra le lapidi dei defunti

Dopo che lunedì è stato avvistato un cinghiale che passeggiava indisturbato tra le lapidi a terra nel cimitero Flaminio, a Prima Porta, ieri mattina altri tre girovagavano tra l’erba alta – ma anche tra quella appena tagliata – facendo lo slalom tra le croci e i cuori di marmo delle tombe, tornando poi nei piccoli boschetti che sorgono spontanei nel vasto camposanto a nord di Roma. Qui i grandi mammiferi sono una presenza ormai stabile. Anche in pieno giorno giocano, mangiano e vivono senza nessun timore. Timore che hanno invece i parenti dei defunti. Alessandra, 60 anni, ha appena posto un mazzo di fiori dentro un vaso di marmo: «Che paura! Ci mancavano solo i cinghiali – esclama -. Già questo cimitero è abbandonato al suo destino: sterpaglia ovunque, strade piene di buche. Ma è normale tutto questo?». Con lei c’è la cognata, Laura, 53 anni: «Ho paura? Certo, sì. Anzi a saperlo mi sarei portata qualcosa da mangiare. Se si avvicinano troppo gli lanci il cibo, così vanno via», spiega. Ma subito dopo aggiunge: «Fosse solo questo il problema di questo posto. Già uno viene qui non proprio per divertisti… neanche i bagni funzionano: è una vergogna». Andrej, 50enne, tra i pochi giardinieri del complesso, continua a lavorare sereno nonostante la visita dei tre ungulati: «Buoni, ci facciamo il ragù – scherza -. Sono piccoli, non adulti. Non mi danno preoccupazioni loro. Ma giorni fa verso i blocchi – indica una collina verdeggiante – ne ho visti alcuni che erano enormi, quelli sono più preoccupanti. Questi sono i figli, chissà i genitori dove sono». Anche Adrian fa il giardiniere, ha 33 anni ed è ormai abituato alla presenza di ogni tipo di animale: «Vedo tante lepri. L’ultima volta che avevo visto i cinghiali era invece una settimana fa. Di solito scendono verso il tramonto – racconta -. Non mi hanno fatto mai nulla, ma se dovessi incontrare la mamma con i cuccioli sarei impaurito. Per fortuna con il rumore della falciatrice non si avvicinano». I tre animali nel frattempo con il musetto scavano in modo tragicomico una buca tra le stele cimiteriali. Uno di loro si gratta su una croce di legno che poi cade a terra. Non sembrano spaventati dalla vicina presenza dell’uomo, anzi sembrano abituati. Più avanti c’è Andrea, 50 anni, in visita a un parente defunto: «È assurdo: se me li trovassi qui davanti scapperei a gambe levate. Avevo visto i conigli, ma i cinghiali ancora no. Lo stato del manto stradale però forse è ancora più grave». Guido Felici, 60 anni, è qui per trovare sua madre: «Pensavo venissero qui all’imbrunire o di notte, non ora in pieno giorno. Per fortuna non mi è mai capitato di trovarmeli davanti». Emilio e Elvira, 80 anni, sono venuti qui insieme, come ogni settimana: «Ho saputo ma non li ho ancora visti. Ho visto conigli, cani che rincorrono le lepri, ma i cinghiali ancora no. Ma si aggiungono allo stato pessimo di questo cimitero senza manutenzione – commenta l’anziano mentre è costretto a portare un pesante barile dalla sua macchina, perché l’acqua è fuori uso da mesi -. Per non parlare dei ladri. Dove andremo a finire?». «Qui c’è un’incuria assurda, un degrado sconvolgente – conclude la moglie Elvira – non mi stupisco che ci siano anche i cinghiali». corriere.it