“Chiudere tutto per un mese, nuovo lockdown in Italia”, l’allarme di Ricciardi

Un lockdown rigido su tutto il territorio nazionale, come a marzo 2020, anche se di durata limitata. 

Il consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, il professor Walter Ricciardi, dopo aver lanciato la «bomba» ieri, ribadisce la sua strategia per affrontare l’emergenza Covid in questo momento storico. «Credo che il ministro della Salute Roberto Speranza sia convinto di questa nuova fase, spero che il presidente del Consiglio Draghi recepisca e che il governo appoggi, ma dipende dal governo», ha ribadito ieri sera a Che Tempo che fa.

Lockdown per quanto tempo? «Deve durare il tempo necessario a tornare a questo dato di incidenza. Possono essere due, tre, quattro settimane, dipende quando si raggiunge l’obiettivo», spiega Ricciardi al Messaggero. La strategia sostenuta da Ricciardi prevede, parallelamente al lockdown più rigido, anche il rafforzamento del tracciamento e della campagna vaccinale. Al ministro ha sottoposto infatti «la necessità di proporre al governo tre cose, anche alla luce del problema delle varianti: lockdown breve e mirato; tornare a testare e tracciare; vaccinare a tutto spiano», spiega. L’obiettivo è «limitare la circolazione del virus al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti». 

Ma le esternazioni di Ricciardi hanno subito scatenato diverse reazioni. «Non se ne può più di ‘esperti’ che parlano ai giornali, seminando paure e insicurezze, fregandosene di tutto e tutti. Non si può terrorizzare 60 milioni di italiani», dichiara Matteo Salvini. Una critica che è soprattutto sul metodo: «Un consigliere di un ministro non può alzarsi una mattina e parlare di chiusura totale. Prima ne parli con il presidente del Consiglio», il ragionamento di Salvini, che invita a Ricciardi a «parlare di meno e lavorare di più».

Per Giorgia Meloni «la proposta è surreale. Se dopo un anno e più siamo ancora a parlare dì lockdown totale, significa che la politica di lotta alla pandemia è stata totalmente fallimentare».

Sulla stessa lunghezza d’onda pure il governatore della Liguria e leader di Cambiamo!, Giovanni Toti, che in maniera ironica si chiede perché non sia possibile «un lockdown ad personam» per lo stesso consigliere scientifico del ministero della Salute.

Secondo il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini forse serve «una moratoria di dichiarazioni tramite stampa». «Io non faccio riferimento a questo o a quell’esperto – ha aggiunto Bonaccini – non mi permetterei mai. Io dico, in generale, un po’ meno interviste e un po’ più di lavoro laddove si deve discutere. Se no le persone non capiscono più nulla e questo non è accettabile. Le persone sono in difficoltà ci sono categorie economiche che rischiano. Ci vuole cautela – ha chiuso Bonaccini -: non succeda mai più che si prendano decisioni poche ore prima di qualcosa che era stato detto che si poteva essere». corriere.it