Capre e pecore a spasso in città, al pascolo fra le macchine

Capre e pecore a spasso in città, al pascolo fra le macchine.

Quadrante della Capitale che vai, zoo urbano che trovi. Se Roma Nord ha costruito la sua recente popolarità in materia con i cinghiali, Roma Sud più modestamente risponde con capre, montoni e pecore. Questa mattina ad esempio, il gregge multispecie faceva colazione sul Lungotevere di Pietra Papa, assaporando la varietà di erbacce sul marciapiede che separa le auto in sosta dalla pista ciclabile. Un teorico fiore all’occhiello di una amministrazione che sulla mobilità sostenibile continua a spendere parole e progetti, se non fosse appunto che sulle due corsie che risalendo verso Porta Portese uniscono ponte Marconi all’area del Gazometro, dove la ciclabile scende fino al livello del fiume, si ritrova il peggio del degrado cittadino. Anche questo un tema di fortunata campagna elettorale ormai cinque anni fa. Inutile dire che le precedenti segnalazioni di animali al pascolo nello stesso tratto di strada, risalenti anche a tre anni fa, sono rimaste inascoltate . 

Con ordine: gli ovini sono quelli di un piccolo allevamento e non è insolito vederli aggirarsi su questo spicchio della sponda destra del Tevere. Ieri, e chissà quante altre volte, intorno alle 8.15, sono risaliti fino a livello strada attratti forse dall’erba fresca che cresce rigogliosa e indisturbata fino ad altezza uomo. Come hanno fatto? Nella stessa area prosperano insediamenti di nomadi che periodicamente tornano ad abitare la zona sottoposta a sequestro semplicemente aprendo o tagliando le recinzioni metalliche difese solo dalle immancabili gabbie di plastica arancione e i nastri della polizia municipale. Il varco resta così aperto anche per il gregge, che risale la strada lastricata di rifiuti di ogni tipo e arriva alla ciclabile tra runner, ciclisti e cani al guinzaglio. Proprio uno di questi, sfuggito al suo padrone per ascoltare il richiamo del suo istinto da cacciatore, o guardiano, ha avuto un piccolo scontro con gli ovini. Che sono rientrati nel recinto non prima però che le lunghe corna del più grande fra i caproni mettesse in fuga il cane. corriere.it