“Canto le canzoni napoletane”, ecco il concerto di Noa

Noa canta Noapolis. L’artista israeliana il 23 febbraio è protagonista assoluta di un concerto al Teatro Trianon Viviani, con canzoni appartenenti alla tradizione partenopea, e non solo, accompagnata dal chitarrista israeliano Gil Dor e dal quartetto d’archi Solis String Quartet. Il titolo dello spettacolo è un felice connubio tra il proprio nome d’arte (il suo vero nome è Achinoam Nini) e l’antico nome greco Neapolis (nuova città) con cui era designata la città di Napoli. «Ho amato Napoli sin dal primo momento in cui vi sono arrivata, per la sua pazzia, la sua gioia, la sua compassione e il suo amore per la vita nonostante la sua infelicità, la sua sfida contro le autorità. Ho conosciuto le canzoni napoletane da bambina, mentre crescevo da immigrata a New York, in un edificio di immigrati. Mia madre era amica di una napoletana, che ascoltava tutto il giorno quelle canzoni mentre cucinava. Io ho scelto alcuni brani: Torna a Surriento, Fenesta vascia, Tammurriata nera… mischiandoli a brani della tradizione ebraica. Non è stato facilissimo cantare in dialetto napoletano, ma sono stata aiutata». Da chi ha ereditato la passione per il canto? «Sono nata per cantare, mi è naturale, come respirare, ma nessuno nella mia famiglia è un cantante professionista». Nata a Tel Aviv, ma con la sua famiglia di ebrei dello Yemen Noa è stata costretta, da bambina, a fuggire dalla sua terra dopo la proclamazione dello Stato d’Israele. Si è definita una ragazza israeliana yemenita del Bronx, poi è tornata nel suo Paese, dove ha prestato il servizio militare, però non condivide il governo di Netanyahu. «Disapprovo fortemente la sua politica e dovrebbe dare le dimissioni. Il suo governo estremista sta distruggendo Israele. Con milioni di concittadini abbiamo protestato per mesi, prima della guerra, e continueremo a farlo fino alla fine». Il nome, Noa, significa portatrice di pace. «Sono una persona pacifica, non tutti amano i miei punti di vista, ma non importa. Mi sono ispirata a Papa Wojtyla: disse che la relazione tra il giudaismo e il cristianesimo è la chiave per la pace nel mondo. Papa Francesco ha fatto tante opere coraggiose a supporto dell’uguaglianza. Per me sono dei punti di riferimento». La sua svolta professionale è arrivata interpretando la colonna sonora del film La vita è bella: la vita è davvero ancora bella? «Stiamo vivendo una realtà che definisco il nostro 11 settembre. Non voglio odiare chi ci sta causando tanta sofferenza. Dobbiamo lavorare insieme e non uno contro l’altro, ho sempre creduto nella riconciliazione, anche nei momenti più bui». corriere.it