Campovolo 2015, Ligabue fa tris

«Non ero giovane, avevo già 30 anni, ho iniziato tardi questo mestiere. Ogni cosa che potevo sbagliare quell’anno l’ho sbagliata, nel senso che ero veramente incosciente e inconsapevole di quello che facevo». Il giorno dei giorni è arrivato per Ligabue e per i suoi fan. Quasi quattro ore di canzoni, 150mila paganti, 300mila braccia al cielo, 560 casse, 19 torri acustiche, 2 milioni di watt, 7,5 milioni di incasso, 25 anni di carriera. Solo alcuni numeri del concerto che ieri ha scritto la storia del rock italiano. Luciano Ligabue si è confermato in tutta la sua arte e lo ha fatto con gli amici di un tempo. Prima con Robby “Sanchez” Pellati, batteria, Fede Poggipollini e Mel Previte, chitarre, Antonio “Rigo” Righetti, basso, per festeggiare “Buon Compleanno Elvis”, l’album dei record. Poi il Liga ha suonato con Michael Urbano, batteria, Fede Poggipollini e Niccolò Bossini, chitarre, Davide Pezzin, basso e Luciano Luisi, tastiere, per ripetere il giro del mondo. «Il mio primo album fu rifiutato da tutti», precisa il rocker di Correggio che dal 1990 ha fatto molta strada. Luciano è in forma, tra un passato di successi e un futuro di progetti. «Farò anche quelle che cagate meno», scherza introducendo “Radio Radianti”. Apre con “Balliamo sul mondo” e chiude con “Con la scusa del rock’n’roll”. Nel mezzo cinque lustri di canzoni e di scene di vita quotidiana.
G. F.