Calci e pugni alla fidanzata per un like a una foto, la manda al pronto soccorso

È stato condannato ad un anno di reclusione (pena sospesa) per il reato di lesioni, ma non per quello di stalking nonostante fosse già destinatario di un divieto di avvicinamento alla parte offesa. Secondo il giudice, infatti, tenendo conto della relazione sentimentale che vi era tra la presunta vittima ed il suo presunto aguzzino, il «fatto non sussiste». È l’epilogo della vicenda giudiziaria che vedeva sul banco degli imputati un 19enne di Tricase, accusato di lesioni e stalking (entrambi aggravati dai futili motivi, dalla minore età della vittima alla data dei fatti e dal fatto di essere legato da relazione affettiva) nei confronti dell’ex fidanzata, più piccola di un anno, che finì addirittura al pronto soccorso perché aggredita dall’ex compagno a causa di un’accecante gelosia trasformata in violenza, quando la giovane ricevette un «mi piace» da parte di un altro ragazzo sotto una foto postata sui social. Dopo averla raggiunta in casa, l’avrebbe colpita con calci e pugni, per poi trascinarla per i capelli fuori dall’abitazione. Quest’ultimo episodio risale al 17 ottobre 2022 e – stando alle accuse – sarebbe stato l’apice di una serie di comportamenti violenti nei confronti della presunta vittima, verso la quale l’imputato sarebbe stato talmente possessivo da costringere la giovane a stargli sempre accanto, arrivando perfino ad imporle di lasciare il lavoro nella pizzeria di una parente, che avrebbe minacciato di incendiare qualora non avesse ottenuto un posto di lavoro nel suo stesso locale. Minacce e soprusi che sarebbero proseguiti nel tempo, anche al termine della loro relazione, caratterizzati da continue richieste di denaro, appostamenti sotto casa, divieti di uscire con le amiche, sputi, minacce e dalla distruzione dei cellulari della giovane, quando quest’ultima si rifiutava di farglielo visionare. Il giudice ha riconosciuto alla vittima il risarcimento del danno, che verrà quantificato in sede civile. Il difensore del 19enne, l’avvocato Dario Paiano, ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello. corriere.it