Bonifica Valle del Sacco-“Usare i soldi dell’Unione europea”

Bonifica Valle del Sacco, il consigliere comunale di Frosinone Danilo Magliocchetti chiede al vicepresidente della Regione Lazio Daniele Leodori, di usare i fondi dell’Unione europea.

“Ho letto con grande attenzione il documento in oggetto, presentato ieri nella Commissione regionale bilancio, ed afferente le linee di indirizzo per le politiche regionali ed Europe 2021-2027, che si basano su risorse pari a circa 6,5 miliardi di euro, derivanti dai vari fondi europei e dai trasferimenti statali – ha affermato il consigliere comunale Danilo Magliocchetti – Nello specifico, si tratta di sostenere, anche finanziariamente, e realizzare, anche in seguito all’emergenza pandemica Covid,  nell’arco temporale 21-27,  25 progetti nel Lazio, denominati “per la ripresa e la resilienza”. Di particolare interesse per la provincia di Frosinone, a pag 9 del documento, la previsione del Fondo per la bonifica di siti pubblici e delle discariche abusive; orbene, credo che in questa macro operazione ambientale, debba essere inserito, anche il progetto di bonifica, vera e non meramente virtuale, come accaduto fino ad oggi, della Valle del Sacco. Il fallimento di quanto fatto fino ad ora, da parte di tutte le politiche governative sul tema, che si sono alternate negli anni, è testimoniato, oltre che dalle tantissime persistenti criticità ambientali, denunciate praticamente da tutti, dallo scrivente, dalle Associazioni ambientaliste, dalla politica, dall’Arpa Lazio, dalle istituzioni locali, ma anche soprattutto dalla Corte dei Conti europea. Proprio in questi giorni infatti, la Corte ha condannato l’Italia, perchè  ha violato il diritto Ue sulla qualità dell’aria, e lo ha fatto in maniera sistematica e continuata, tra il 2008 e il 2017, sforando in più zone del Paese i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10. Tra i ventisette territori italiani coinvolti nell’infrazione, ci sono dieci regioni italiane Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Campania, Puglia, Sicilia e Lazio e nella Regione la Corte Europea ha individuata l’area a maggiore criticità quella denominata IT1212 “Valle del Sacco”. Di fronte a questo scenario, di totale inefficacia ed inefficienza, di quanto fatto fino ad oggi dai vari Governi negli anni, l’area va ricordato è SIN, credo che la Regione Lazio debba, responsabilmente e coerentemente, farsi comunque carico del problema ed intervenire con le risorse finanziarie messe a disposizione dall’Europa negli anni 2021-2027, per articolare un vero e proprio processo e progetto di bonifica della Valle del Sacco, in tempi certi e con un programma specifico. I tempi della burocrazia nazionale si sono dimostrati fino ad oggi elefantiaci. Eventualmente, anche riprendendo il vecchio progetto dell’architetto Kipar che prevedeva dei microprogetti di bonifica, per l’agricoltura, l’energia e la mobilità sostenibile. Oppure, attraverso il progetto dell’Università Tor Vergata con l’utilizzo delle graminacee. O con altri progetti innovativi. In sintesi, qualcosa di concreto e strutturato e definito nel tempo. Non le mere e inconcludenti perimetrazioni fatte fino ad oggi. Giova ricordare che il disastro ambientale della Valle del Sacco impatta, da più di 20 anni, su 55 comuni, 3 province, 600 mila abitanti del Lazio. Se non interviene la Regione, continuando a lasciare la responsabilità ad altri, la situazione rischia di rimanere tale per altri 20 anni, almeno. Consapevole della Sua attenzione e sensibilità per le istanze che provengono dai territori, certo che apprezzerà lo spirito costruttivo di questa mia, resto in attesa di un cortese e gradito cenno di riscontro”.