Benzina 2 euro al litro, prezzo alle stelle famiglie in ginocchio

Dopo l’annuncio della tregua tra Israele e Iran il prezzo del petrolio greggio, nella giornata di martedì 24 giugno, è letteralmente crollato. La quotazione del Brent del Mare del Nord è scesa a 68,4 dollari al barile, quella dell’americano WTI a 66,5 dollari. Siamo in media al 17% in meno rispetto a un anno fa, senza contare che l’euro forte (+6% dall’insediamento di Donald Trump) rende ancora più convenienti gli acquisti di petrolio in dollari. Il prezzo al dettaglio dei carburanti, però, almeno in Italia continua a salire. Nell’ultima settimana il ministero dell’Ambiente ha registrato un aumento medio della benzina di 37 centesimi al litro (1,734 in modalità self service) e del gasolio di 49 centesimi (1,643 al litro). In autostrada, però, i consumatori segnalano prezzi alla pompa della benzina intorno ai 2 euro, fino a 2,3 euro in modalità servito. Il prodotto raffinato incide solo per il 30% sul costo finale dei carburanti. Il 20% è più o meno il margine degli operatori, mentre oltre il 50% del costo finale è rappresentato dal carico fiscale, accise e Iva, che in Italia è tra i più alti d’Europa. Le tasse sono in quota fissa, e sono indipendenti dal prezzo del petrolio o del raffinato. Così, anche quando il prezzo della materia prima scende, il costo per i consumatori resta elevato. 

Redazione Digital