Bambini lavorano nelle miniere per ripagare il partito, ecco il comunismo

I piccoli orfani nordcoreani si sono «offerti» di lavorare come «volontari» nelle miniere e nelle aziende agricole statati. L’annuncio della Korean Central News Agency, la voce ufficiale del Maresciallo Kim Jong-un, rende omaggio alla «grande saggezza e al coraggio» che centinaia di bambini stanno mostrando «nel pieno della gioventù», decidendo di offrire il proprio «lavoro manuale» alla Repubblica democratica popolare di Corea. L’età dei ragazzi non è stata resa nota ma dalle foto diffuso dalla propaganda governativa sembrerebbero adolescenti, scrive la Bbc, confermando le denunce portate avanti dai gruppi per i diritti umani, che da anni accusano il regime di Pyongyang di fare ricorso al lavoro minorile.

Secondo i dispacci della Kcna, circa 700 orfani si sarebbero «offerti volontari» per lavorare nelle fattorie, nelle aziende agricole e nelle foreste nazionali, mentre a decine avrebbero scelto le miniere, «accorrendo verso l’area mineraria di Chonnae per adempire al proprio dovere e ripagare anche solo una milionesima parte dell’amore che il partito gli ha dimostrato». Sulle miniere, del resto, Kim ha sempre puntato per generare introiti e finanziare il programma nucleare e missilistico, e per questo nel tempo vi ha destinato prigionieri di guerra sudcoreani, disertori del Nord e, ora, i bambini cresciuti negli orfanotrofi del regime. corriere.it