Attentato a Bruxelles – Il racconto di un ragazzo di Veroli

Ieri anche un ragazzo di Veroli è rimasto bloccato in Belgio, all’aeroporto di Charleroi. Partito qualche giorno fa per far visita a sua sorella, ha vissuto ore di tensione. «La mia paura è stata quella di ritrovarmi in un luogo affollato – ha affermato Andrea – I mezzi pubblici erano tutti fermi, prendere un taxi era impossibile. Alla fine è passato un autobus e siamo saliti. Poi fermati dall’esercito e dalla polizia 5 km prima dell’aeroporto. Tutti perquisiti e lasciati passare a piedi. Quei 5 km di passo svelto sono durati un’eternità. Le persone armate ti davano sicurezza ma allo stesso tempo ti facevano sentire la gravità della situazione. Scene di panico, gruppi di cittadini islamici visti con diffidenza. Dopo cinque ore trascorse in aeroporto siamo partiti ma sull’aereo si respirava aria pesante. La gente piangeva e raccontava la drammatica giornata».