Anziano massacrato di botte da un giovane in pieno centro, ecco le immagini

Un rimprovero ha scatenato una violenza inaudita. Un pensionato di 70 anni è stato brutalmente aggredito e picchiato da un ragazzo. È accaduto alle 13 di mercoledì in pieno centro storico, nella zona di Santa Croce. Le immagini mostrano la violenza contro l’anziano che subito dopo è stato portato al pronto soccorso di Santa Maria Nuova: i medici gli hanno diagnosticato 21 giorni di prognosi. Le immagini mostrano l’anziano che si trova in via de’ Bentaccordi e sta camminando in direzione Santa Croce. Ha solo il tempo di fare pochi passi perché di fronte si trova un ragazzo che lo aggredisce: l’anziano prova a scappare ma l’altro lo insegue fino a quando, una volta raggiunto, lo scaglia contro il muro. A questo punto l’anziano finisce per terra ma la furia dell’aggressione non si ferma. Calci e pugni allo stomaco, sulla schiena e infine sulla testa. La vittima si mette a urlare e a quel punto alcuni passanti vanno a vedere cosa sta accadendo. Subito dopo chiamano il 118 mentre l’aggressore scappa e l’anziano rimane a terra. I medici arrivano poco dopo assieme ai carabinieri del nucleo radiomobile. L’anziano sarebbe stato aggredito per un rimprovero ad un cane senza guinzaglio. La diffusione delle immagini – che non sono state riprese dalle telecamere di sorveglianza del Comune – spostano però la storia in un terreno ben diverso. Quello della violenza pura. I carabinieri devono ancora raccogliere il racconto della vittima, che è fondamentale per attivare una vera e propria inchiesta visto il nuovo codice di procedura penale modificato dall’ex ministra Cartabia. Nel frattempo i carabinieri stanno cercando nelle telecamere di sorveglianza di Palazzo Vecchio qualsiasi indizio che possa portare all’identificazione dell’aggressore che per due giorni è riuscito a sfuggire alle forze dell’ordine. L’uomo adesso rischia – sempre se ci sarà la querela della vittima – una denuncia per lesioni personali aggravate. In queste ore i militari stanno anche cercando di ricostruire l’esatta via di fuga dell’aggressore per riuscire eventualmente a risalire alla sua macchina. E soprattutto alla targa del mezzo che potrebbe «tradire» l’aggressore, dando l’identità del suo proprietario. corriere.it