Aldo Moro, omicidio e sequestro all’italiana

di Cesare Novelli 

Furono 55 giorni drammatici. Ero a Roma, nella sede del partito. Non esistevano i cellulari neppure internet. Iniziò a circolare la notizia relativa al rapimento di Aldo Moro e all’uccisione della sua scorta. Prima l’Agi, Agenzia Giornalistica Italia poi il Tg2. In serata rientrai a Frosinone e prima di raggiungere l’autostrada fui fermato diverse volte. Controlli serrati su tutto il territorio da parte dei Carabinieri, della Polizia e dell’Esercito. Episodi tragici che colpirono il cuore dello Stato. 

Il sequestro fu gestito all’italiana. Quelle settimane furono affrontate con superficialità. Non ci fu compattezza. Alcuni, vedi gran parte della DC e il PCI, preferirono non trattare e non considerare il problema BR. Altri invece, il PSI e il Partito radicale, scelsero subito di mediare con le BR. L’organizzazione terroristica esisteva da tempo in Italia. Non si poteva ignorarare, era giusto negoziare per tentare di salvare Aldo Moro. La linea dura fu un errore. I misteri tuttora legati al rapimento e all’uccisione del presidente democristiano sono frutto di quei giorni a dir poco caotici.